Sciopero alla Wanbao, tensione sui nomi dei 90 licenziati da ottobre

Sabato 22 Settembre 2018 di Eleonora Scarton
Lo stabilimento Wanbao di Mel. Dava lavoro a duemila persone, ora rimangono in 300
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MEL - E' una situazione drammatica quella che i lavoratori della Wanbao Acc stanno vivendo in queste ore. Dopo la chiusura della vertenza sindacale nella giornata di giovedì 20 settembre con un mancato accordo e la conferma che 90 lavoratori dal prossimo primo ottobre saranno a casa, sale la tensione per capire chi saranno concretamente le persone che dovranno lasciare l'azienda zumellese. Le lettere partiranno probabilmente tra martedì e mercoledì. Ieri intanto, come segno di protesta, i lavoratori hanno fatto un'ora di sciopero.

«Nelle ore immediatamente successive alla notizia del mancato accordo ci è stato detto che abbiamo tirato troppo la corda, dichiarano congiuntamente Luca Zuccolotto della Cgil, Luciano Zaurito della Uilm e Mauro Zuglian della Cisl -. Ci hanno insegnato che si tira la corda quando si chiede troppo, noi invece siamo arrivati in Regione non chiedendo nulla, ma dando. Abbiamo dato disponibilità ad una riduzione di orario che vuol dire riduzione di salario, abbiamo dato fiducia ad un piano industriale che parte nel 2021 e abbiamo dato disponibilità nel lavorare part time a 4 ore. Le uniche cose che abbiamo chiesto è che non ci fossero esuberi alla fine del percorso e che ci fossero degli incentivi più importanti per chi decideva di uscire su base volontaria. Non siamo stati ascoltati».
 
I sindacati incalzano. «Siamo partiti con 170 esuberi, siamo riusciti a gestirne 150, ne restavano 20 e su questo l'azienda non ha fatto un passo avanti.

Aver detto a noi che abbiamo tirato la corda è quindi ingeneroso». Da lunedì l'azienda riprenderà a lavorare su otto turni. «I lavoratori sono disperati sottolineano i sindacati -. Con che stato d'animo entreranno lunedì in fabbrica a fare le otto ore essendo nell'incertezza se è la loro ultima settimana oppure no?». Oltre all'azienda però c'è qualcun altro che poteva fare di più. «Dalla politica sono volate belle parole, ma sono sempre state parole», sottolinea Massimo Busetti, rsu della Uilm. I PROSSIMI PASSI Sono ore concitate. Nella giornata di giovedì si è chiusa la vertenza con un mancato accordo e ieri i sindacati hanno tenuto le assemblee con i lavoratori per informarli di quanto accaduto. Sempre nella giornata di ieri i lavoratori hanno fatto un'ora di sciopero, l'ultima di ogni turno. Lunedì alle ore 9 i sindacati e le Rsu si riuniranno per programmare le manifestazioni e le iniziative di mobilitazione che saranno fatte già nel corso della settimana e che intendono coinvolgere il territorio e le istituzioni. Parallelamente lunedì sarà anche l'ultima giornata che i lavoratori hanno a disposizione per uscire volontariamente con incentivo. Tra martedì e mercoledì l'azienda invierà le lettere di licenziamento che diventeranno effettive da lunedì 1 ottobre. IL FUTURO «E' evidente aggiunge Zaurito che sarà necessario trovare una soluzione per chi esce ma anche per chi resta. La proprietà non potrà più chiedere la cassa integrazione per cui, se dovesse esserci un calo di produzione come la combatterà? Pur essendo stranieri la proprietà deve entrare nella cultura italiana ed ascoltare i sindacati».

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