LIMANA - «Cerco qualche parente del soldato Ferdinando Bortot, classe 1922 nato a Limana, Belluno, disperso nella Seconda Guerra Mondiale». Enia Accettura di Taranto, che da 8 anni sta cercando un parente disperso in Russia, ha trovato, nelle sue battute, la piastrina appartenente a Ferdinando. Ora sta provando in tutti i modi a consegnarla ai parenti del soldato. Per questo ha inserito un post su Facebook, per chiedere aiuto, tramite condivisioni, al popolo dei social. La donna è in prima linea anche nel gruppo di ricerche dei caduti e dispersi nella campagna di Russia «Armir. Il ritorno dall'oblio», che si trova sempre su Facebook.
LE RICERCHE
Enia Accettura otto anni fa ha cominciato le sue ricerche per capire dove si trova la salma di suo cugino Giuseppe, un reduce di Russia, imprigionato dopo l'armistizio. Da otto anni le sue ricerche personali non hanno portato ancora esito positivo, ma ha invece ricongiunto molti altri italiani ai propri cari che pensavano di aver «perso» per sempre. Recentemente il suo gruppo di lavoro, «Armir. Il ritorno dall'oblio» (acronimo che sta a significare l'8ª Armata italiana ovvero la grande unità del regio esercito che tra luglio 1942 e marzo 1943 operò sul fronte orientale, in appoggio alle forze tedesche della Wehrmacht impegnate sul fronte di Stalingrado), si è imbattuta in reduci di Limana.
LA SCOPERTA
«Faccio la ricercatrice, soprattutto per la campagna di Russia racconta a donna e ultimamente da Grenoble, in Francia, un uomo ha trovato due piastrine, una delle quali apparteneva a quest'uomo di Limana. Non siamo riusciti a sapere nulla, se è rientrato, se si è perduto. Nulla. Abbiamo chiesto all'amministrazione comunale se ci sono dei parenti o discendenti, ma non abbiamo ottenuto gran che». Il giovane Ferdinando Bortot era figlio di Andrea Bortot e Giuseppina Gasperini. Se qualcuno avesse notizie di discendenti e parenti della famiglia contatti la redazione o il gruppo Facebook Armir
ALTRI SCOMPARSI
Ma non è tutto. «Ci sono anche tre sepolture che parlano di persone di Limana: sono nei cimiteri di guerra di Varsavia, Francoforte e Amburgo», prosegue la donna. Spiega che quello che ha compiuto in questi otto anni è un percorso di coscienza per ridare alle famiglie questi morti dimenticati. «I miei zii ci sono morti al pensiero di mio cugino: mia zia impazzì per il dolore, come loro ci sono tante alre famiglie», conclude.
Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 09:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA LE RICERCHE
Enia Accettura otto anni fa ha cominciato le sue ricerche per capire dove si trova la salma di suo cugino Giuseppe, un reduce di Russia, imprigionato dopo l'armistizio. Da otto anni le sue ricerche personali non hanno portato ancora esito positivo, ma ha invece ricongiunto molti altri italiani ai propri cari che pensavano di aver «perso» per sempre. Recentemente il suo gruppo di lavoro, «Armir. Il ritorno dall'oblio» (acronimo che sta a significare l'8ª Armata italiana ovvero la grande unità del regio esercito che tra luglio 1942 e marzo 1943 operò sul fronte orientale, in appoggio alle forze tedesche della Wehrmacht impegnate sul fronte di Stalingrado), si è imbattuta in reduci di Limana.
LA SCOPERTA
«Faccio la ricercatrice, soprattutto per la campagna di Russia racconta a donna e ultimamente da Grenoble, in Francia, un uomo ha trovato due piastrine, una delle quali apparteneva a quest'uomo di Limana. Non siamo riusciti a sapere nulla, se è rientrato, se si è perduto. Nulla. Abbiamo chiesto all'amministrazione comunale se ci sono dei parenti o discendenti, ma non abbiamo ottenuto gran che». Il giovane Ferdinando Bortot era figlio di Andrea Bortot e Giuseppina Gasperini. Se qualcuno avesse notizie di discendenti e parenti della famiglia contatti la redazione o il gruppo Facebook Armir
ALTRI SCOMPARSI
Ma non è tutto. «Ci sono anche tre sepolture che parlano di persone di Limana: sono nei cimiteri di guerra di Varsavia, Francoforte e Amburgo», prosegue la donna. Spiega che quello che ha compiuto in questi otto anni è un percorso di coscienza per ridare alle famiglie questi morti dimenticati. «I miei zii ci sono morti al pensiero di mio cugino: mia zia impazzì per il dolore, come loro ci sono tante alre famiglie», conclude.
