Settecento croci in memoria del Vajont realizzate in tre giorni da due scout

Lunedì 25 Febbraio 2019 di Daniela De Donà
Settecento croci in memoria del Vajont realizzate in tre giorni da due scout
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BELLUNO - Settecento croci, costruite in tre giorni. Da due scout di Mel andati a Fortogna, a due passi da Longarone, nei giorni immediatamente successivi al disastro del Vajont, seguendo lo spirito di servizio che è la firma dello scoutismo. “Hanno messo loro in mano una sega, un martello e un modello di croce. Un camion ha scaricato, davanti ai loro occhi, una montagna di tavole di legno”,è il racconto di Flavio Dal Piva, incaricato della branca provinciale Esploratori e Guide, che fa riemergere questa storia di nicchia, con protagonisti che restano nell’ombra dell’anonimato. Accanto agli assi di legno ecco scatole e scatole piene di chiodi. «Venne chiesto loro di preparare delle croci, tutte uguali, seguendo il modello». Quante? Fu la domanda dei due zumellesi, oggi  pensionati. Più che potete, fu la risposta. I due scout, in quell’ottobre 1963, non si risparmiarono in fatica ed impegno. E quando le assi che stavano sul camion furono terminate contarono le croci. Erano 700. Per donne, bambini, uomini. I morti del Vajont. «Lo scoutismo è rivolto a tutti – è la considerazione di Dal Piva - ma non tutti sono fatti per lo scoutismo, occorre formazione, metodo e, soprattutto, fare una scelta precisa. Quella di essere disposti al servizio agli altri». Non un caso, quindi, che ieri, durante la messa che ha concluso la giornata dedicata al ricordo del fondatore dello scoutismo, Robert Baden Powell, a monsignor Renato Marangoni sia stata consegnata una tavola di legno con tanti chiodi piantati, a formare la parola “protagonisti”: un ricordo della storia legata al cimitero di Fortogna e un simbolo dell’operosità e della disponibilità di tutti gli scout. Oggi. 
LA FESTA
Hanno tra gli 8 e i 16 anni. In 500, tra lupetti, coccinelle, esploratori e guide, si sono dati appuntamento in piazza del Martiri. Attività educative e ludiche al mattino, incontro con le parole del vescovo nel primo pomeriggio. Ieri, tra i piccoli scout, erano presenti anche gli adulti del Masci. Tra grandi e piccini hanno raccolto, come da tradizione, il penny (cioè due euro a testa). Un bottino che ha già una destinazione, di carattere ambientale: «Verrà usato per il ripristino dei laghetti della Rimonta, a Borgo Valbelluna» precisa Flavio Dal Piva, ricordando che i gruppi scout, in provincia di Belluno, fanno riferimento ad Agesci e Fse. Quelli che si sono ritrovati per la manifestazione annuale ed itinerante provenivano da Feltre, Mel, Sospirolo-Gron, Sedico e Belluno.
IL VESCOVO
Concelebrazione in Cattedrale, e chiesa gremita. Con il vescovo Renato che ha parlato agli scout: «Uno dei vostri capi mi ha chiesto se fossi contento. Certo che lo sono, come lo siete voi. Siamo qui per scambiarci il nostro essere contenti. Anche Gesù lo era». Poi l’invito a «scegliere le cose più belle, quelle che portiamo nel nostro cuore». Altro tema: la fratellanza: «Mostrarci fratelli è una bomba, soprattutto se dimostriamo che vogliamo costruire, e non solo tra amici». Infine l’augurio allo scoutismo: «La vostra è una storia fatta di fraternità – sono parole del vescovo Renato - il vostro essere scout sia uno scatenare la forza della vita e del servizio». 
Ultimo aggiornamento: 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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