La pipì "urgentissima" fuori dal bar gli costa ben cinquemila euro

Domenica 19 Agosto 2018 di Olivia Bonetti
La pipì "urgentissima" fuori dal bar gli costa ben cinquemila euro
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FELTRE - Nel bar c'è una festa e il bagno è occupato. Ma lui ha un bisogno impellente. Allora esce in strada per fare pipì e viene beccato dai carabinieri. Ora il 30enne residente a Pedavena che urinò a Feltre dovrà pagare una multa da 5mila euro. A nulla è valso nemmeno il ricorso al giudice di pace, che ha confermato la sanzione.

 
IL FATTO
Certo non pensava di finire nei guai per quel bisogno fisiologico, L.D., 30enne di origine tunisina ma cittadino italiano residente a Pedavena. Era il 12 agosto del 2017 quando i carabinieri della stazione di Arsiè lo sorpresero sul fatto nel comune di Feltre, all'incrocio tra via Roma e Via Garibaldi. Era mezzanotte e mezza. Nel bar dove il 30enne aveva consumato era in corso una festa con decine di persone. I servizi igienici erano costantemente occupati. Lui allora decide di uscire. Sta per iniziare la minzione sul muro all'esterno quando arrivano i carabinieri che lo sorprendono. Scatta la multa per atti contrari alla pubblica decenza: 5mila euro.

L'UDIENZA
Il trentenne però si considera innocente. A sua discolpa ci sarebbe la testimonianza dell'amico che l'avrebbe visto tentare ripetutamente di andare ai servizi igienici del bar. Erano sempre occupati. Solo quando non ne poteva più sarebbe uscito e avrebbe urinato sui muri tra le vie Roma e Garibaldi. Così si è affidato a un avvocato e ha fatto ricorso contro la multa di fronte al giudice di pace. L'avvocato Paolo Serrangeli ha sottolineato come il suo assistito «era stato costretto, oltre che per l'impellente e invincibile bisogno fisiologico, anche perché non avrebbe potuto utilizzare i servizi igienici di quel bar, impegnato da altre persone». A fine luglio l'udienza civile di fronte al giudice di pace Gianni Bottoli, nella sede di via Tasso a Belluno. Il giudice Bottoli ha confermato la sanzione di 5mila euro. 

L'APPELLO
Ma il 30enne non si arrende. Non aveva altra scelta quella pipì non può costargli 5mila euro. Non c'erano alternative. Così, sempre seguito dall'avvocato Serrangeli ha presentato appello contro la sentenza di primo grado. «Pure ritenendo il signore responsabile della condotta contestata - dice l'avvocato nel ricorso - e meritevole di sanzione, l'importo richiesto appare comunque eccessivo. Basti ricordare che per la medesima fattispecie concreta pure il Giudice di Pace di Belluno, in sede penale, ha applicato regimi sanzionatori estremamente ridotti».
Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 20:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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