Idraulico perse l'azienda, disoccupato non pagò gli alimenti per il figlio: assolto

Giovedì 6 Febbraio 2020
Idraulico perse l'azienda, disoccupato non pagò gli alimenti per il figlio: assolto
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FELTRINO - Faceva l’idraulico ma aveva perso tutto: era stato sommerso da pignoramenti di fornitori, lo sfratto ed era finito anche alla sbarra per il mancato mantenimento di uno dei tre figli, quello avuto da una seconda relazione. L’uomo, A. R., feltrino di 54 anni, è stato assolto per le mensilità in cui aveva contribuito con quel poco che poteva, anche se era inferiore al mantenimento stabilito dal giudice. I soldi li aveva grazie all’indennità di disoccupazione. Ma l’ha percepita per soli 10 mesi e poi non è più riuscito a pagare. È stato così condannato a una multa di 200 euro per le mensilità in cui non aveva versato un solo euro.

Una storia terribile quella che finita in Tribunale a Belluno: storia di amore ai tempi della crisi. L’uomo, che arrivava da un precedente matrimonio, nel 2015, dopo aver perso tutto, termina anche la convivenza con la nuova compagna da cui aveva avuto un figlio. Il giudice civile gli impone di pagare 300 euro mensili, oltre al 50% delle spese straordinarie. La difesa, affidata all’avvocato Mina Ombretta Ponticiello, ha dimostrato la precaria situazione economica dell’ex imprenditore. Era un idraulico e fino alla crisi, che ha battuto duro dal 2008, lavorava bene. Dal 2009 cominciano i pignoramenti da parte dei fornitori e nel marzo de 2012 chiude l’azienda. Anche la nuova ditta aperta dalla compagna, nella quale lui lavora come dipendente, si scontra con la crisi e chiude i battenti per problemi di liquidità nel dicembre 2014. Nel gennaio 2015 gli viene riconosciuta l’indennità di disoccupazione per 10 mesi. Nel frattempo cerca lavoro a tappeto, ma, a causa dell’età e della crisi lo troverà solo due anni dopo, nel 2017. Nel frattempo viene sfrattato da casa e il suo reddito scende dai 17mila del 2015 agli 8mila del 2016. Il periodo in contestazione era proprio dal giugno 2015 al settembre 2016: 16 mesi in cui avrebbe dovuto versare il totale di 4800 euro per il mantenimento, ma ne riesce a versare solo 1800, saltando completamente alcuni mesi. «La giurisprudenza- sottolinea il giudice Angela Feletto nei motivi della sua sentenza - ha chiarito che l’elemento soggettivo deve essere escluso quando l’inadempimento, pur cosciente e volontario, è stato determinato da uno stato di assoluta indigenza insuperabile e non determina la colpa». Ed è arrivata la parziale assoluzione.
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