Cagnolina denutrita e smarrita. Restituita al padrone: è polemica

Domenica 23 Settembre 2018 di Alessia Trentin
La cagnolina Daisy denutrita
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Daisy arriva in Regione. La triste vicenda del cucciolo di segugio denutrito e senza microchip diventa un’interrogazione. Porta la firma dei consiglieri dell’Intergruppo per il benessere e la conservazione degli animali e della natura di Venezia Andrea Zanoni, Cristina Guardia e Patrizia Bertelle. Tanta è stata la risonanza nel web e lo sdegno sollevato dalla storia, che l’eco è arrivato fino ai palazzi veneziani e, ora, il povero animale sembra avere un gruppo di consiglieri decisi a prendere le sue difese. «È grave che una cagnolina denutrita, senza microchip identificativo ma con pulci e zecche, venga restituita al presunto proprietario sulla parola – il commento dei tre -. Non è questa la procedura corretta, non si tutelano così gli animali di affezione». La bestiola è stata trovata circa 15 giorni fa da una donna di Belluno mentre vagava da sola, è stata portata a casa e rifocillata, quindi affidata alle cure del canile sanitario. Il giorno successivo, forse in seguito ai numerosi appelli lanciati nel web, un allevatore si è presentato alla struttura sostenendo di essere il proprietario di Daisy e la cagnolina è stata così affidata a lui.
 LO SDEGNO
La decisione ha sollevato indignazione tra animalisti e non solo, facendo esplodere un tam tam di lettere di critica, rivolte al responsabile del canile e al direttore dei Servizi veterinari dell’Usl. I cittadini chiedono chiarezza, vogliono sapere perché l’animale sia stato restituito alla persona che, presumibilmente, l’ha ridotta in quello stato. Oggi ai loro appelli si aggiunge l’interrogazione dei consiglieri regionali, decisi ad andare a fondo nella questione. «Quali indagini ha svolto il canile per verificare lo stato di salute del cucciolo e perché non c’è stato il sequestro, viste le condizioni? – chiedono -. Il cacciatore è stato multato per l’assenza del microchip? E ancora, saranno fatti accertamenti nei confronti del Servizio veterinario dell’Usl per verificare la corretta applicazione della Legge regionale sulla tutela degli animali di affezione? Auspichiamo che ci vengano date risposte in fretta e, soprattutto che la Giunta intervenga affinché non si ripetano simili episodi da non derubricare assolutamente a leggerezze. Le strutture sanitarie, soprattutto quelle pubbliche, dovrebbero garantire una piena tutela agli animali. Non si capisce su quali basi la cagnolina, vista l’assenza di microchip e i segni di maltrattamento, sia stata consegnata al presunto proprietario, un cacciatore. Il responsabile del Servizio veterinario dell’Usl non può cavarsela dicendo che il compito del canile è solo quello di gestire i randagi senza preoccuparsi troppo del loro stato di salute».
 
Ultimo aggiornamento: 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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