SANTO STEFANO DI CADORE (BELLUNO) - Una settimana dopo l’imitatore cadorino di Fleximan ci ha riprovato e ha abbattuto di nuovo l’autovelox; e alla fine il Comune di Santo Stefano è stato costretto a ritirare il velobox blu, posizionato nel 2016 in via Udine, a pochi passi dal centro del paese, e a riportarlo in magazzino.
DUE PESI E DUE MISURE
Dopo la replica di qualche giorno fa, sembra non esser scattata alcuna denuncia. Tanto che la madre del ragazzo responsabile del primo episodio non ci sta e lamenta il diverso trattamento, dove alcuni sembrano figli di serie A ed altri di serie B. «Quanto accaduto sabato scorso – racconta la mamma – ci ha fatto rimanere molto male. A una settimana dall’accaduto qualcun altro ha buttato giù il contenitore per collocare l’autovelox. Credo che questa sia una forma di protesta contro il Comune. A differenza di quanto avvenuto per mio figlio, però, questa volta nessuno ha indagato e l’amministrazione comunale non ha fatto nulla, se non togliere definitivamente il contenitore». Nelle mani della madre le immagini e un video raccontano quanto successo: «Dispiace dover denunciare l’assurdità e la pessima gestione della cosa – aggiunge –. Tuttavia penso sia doveroso farlo, quanto meno perché non voglio che altri si trovino nella mia posizione e per far capire al Comune che non può fare il buono e il cattivo tempo a proprio piacimento, ma che di mezzo ci sono delle vite e delle reputazioni e che i cittadini sono tutti uguali».
IN MUNICIPIO
In Comune, per il momento, nessuno interviene. «Il referente dell’ufficio tecnico – replica la vicesindaca di Santo Stefano, Elisa Bergagnin – questa settimana è assente». Amarezza e rabbia si mescolano nella mamma del giovane, che alla fine di gennaio ha rovesciato il contenitore, posizionato otto anni fa, come deterrente e mai usato per i veri rilevamenti di velocità, nel rettilineo del paese comeliano, dove, soprattutto di notte, più d’uno schiaccia troppo l’acceleratore. «Tutti sanno che quel contenitore era solo appoggiato e le viti erano saltate da tempo e addirittura sotterrate dal ghiaccio – prosegue la madre –. Mio figlio ha alzato e appoggiato al muretto il contenitore, pentendosi subito, ma non avendo il coraggio di riposizionarlo. Ha confessato a noi genitori l’accaduto e ha voluto di sua spontanea volontà recarsi prima dalla vicesindaca e poi dai carabinieri per confessare il suo errore. Ed è stato denunciato, perché alzare un contenitore vuoto è evidentemente un reato grave. Ho preteso da mio figlio che si prendesse le proprie responsabilità per il gesto commesso. Allo stesso modo pretendo il massimo rispetto, verità e giustizia nei confronti di mio figlio. E, dopo quanto accaduto nei giorni scorsi, pretendo stessi trattamenti, perché la giustizia non dev’essere usata solo quando comoda o a proprio uso e consumo».