Toto Cutugno: «Bandito dall'Ucraina? A Kiev ci vado lo stesso: giovedì ho un concerto»

Sabato 16 Marzo 2019 di Marco Molendini
Toto Cutugno: «Bandito dall'Ucraina? A Kiev ci vado lo stesso: giovedì ho un concerto»

«Giovedì parto comunque per Kiev, abbiamo le prove con l'orchestra e ci aspettano quattromila persone che hanno comprato il biglietto per il concerto del 23»: Toto Cutugno, l'italiano vero come recita la locandina del teatro Palazzo Ucraina, è un italiano nero di rabbia. Lui, come Al Bano: nemico dell'Ucraina perché amico di Putin recita l'improvvisa richiesta di messa al bando da parte di un gruppo di deputati socialisti-nazionalisti del partito di estrema destra chiamato Svoboda.
«In quel paese si chiede Toto - ci vado da 25 anni, nel 2013 sono stato premiato dal presidente come Uomo dell'anno, ma che senso ha darmi dell'agente al servizio della Russia?».

​Ucraina, Toto Cutugno: «Ho incontrato Putin ma cosa c'entra?»


Dicono che appoggia Putin, anzi che siete amici.
«L'ho visto una volta in vita mia, Putin, dopo un concerto al Cremlino. Ero in camerino, quando è arrivato un signore che mi ha stretto la mano. Era lui. Prima gli avevo mandato gli auguri per il suo compleanno. Tutti qui i miei rapporti con Putin».
Forse non è piaciuto che abbia cantato con il coro dell'Armata rossa, una delle istituzioni della Russia.
«Certo il coro è venuto come ospite a Sanremo, sei anni fa per cantare L'italiano».
Con l'Armata rossa si è esibito anche alla festa di Al Bano al Cremlino.
«Mi avevano invitato con Pupo, i Ricchi e Poveri, Romina e il coro dell'Armata rossa, che io ho diretto mentre loro cantavano».
E, allora, cosa ha fatto girare le scatole a quei deputati ucraini?
«Non lo so proprio. Io sono totalmente apolitico, non so nemmeno cosa votare alle prossime europee. E, comunque, credo nei valori della pace e del dialogo, di cui mi sento ambasciatore».
Sarà andato a cantare in Crimea.
«L'ho fatto fino a prima dell'invasione. Poi, nonostante tantissime richieste, non ci ho più messo piede, proprio per evitare problemi, sapendo che in quel caso mi avrebbero impedito di tornare in Ucraina».
Adesso rischia di arrivare a Kiev e essere respinto.
«Sarebbe assurdo, ma la richiesta di quei deputati non ha prodotto nessun divieto. Ne abbiamo parlato con il mio manager Danilo Mancuso che si è consultato con l'ambasciatore italiano a Kiev».
Non ha avuto altri segnali, in passato, di non gradimento da parte degli ucraini?
«Una volta, quattro anni fa, sbarcati con Mancuso dall'aereo a Kiev venimmo fermati per un'ora e passa alla dogana. Poi ci hanno lasciato entrare, ma senza dare motivazioni allo stop».
 




L'Ucraina è uno dei paesi dell'ex Urss dove è più popolare?
«La mia popolarità è uguale dappertutto. Ho conosciuto tutti e 19 i presidenti delle ex repubbliche sovietiche, con quello del Kazakistan ci scambiano ogni anno gli auguri di compleanno perchè siamo nati lo stesso giorno, il 7 luglio. Ora in Ucraina mi hanno chiesto anche di fare il coach nella loro edizione di X Factor».
Ha detto di si?
«Se c'è da alzarsi la mattina non ce la faccio, io dormo fino a tardi Accetto solo se si comincia a lavorare dal pomeriggio».
E se non la mettono al bando.
«Speriamo che, nel frattempo, si sia risolta questa situazione che mi fa andare in depressione. Non è giusto. La gente, compresi gli ucraini, ama le mie canzoni e allora lasciamoli emozionare».
Oltre a Kiev ha altri concerti?
«Faccio un vero e proprio tour nelle città dell'est europeo da Praga a Bratislava a Budapest. E poi in Germania».
E in Italia?
«È un'altra storia, forse gli italiani amano meno la mia musica».
 

Ultimo aggiornamento: 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA