Altro che alfiere del nuovo e del cambiamento, Di Battista è il vecchio che avanza

Venerdì 16 Novembre 2018
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Caro direttore
non ho visto il suo nome nella lista dei giornalisti buoni, rectius liberi, stilata dal maître à penser Alessandro Di Battista. Se ne dovrebbe dedurre che Lei appartiene alla schiera dei cattivi, rectius servi, o peggio. Sono certa che la cosa non Le tolga il sonno. Quello di dividere fra buoni e cattivi, in base alle idee, è storicamente un vezzo tipico di tutti i politici illiberali. Di Silla, l'inventore delle liste di proscrizione, sia pure negativamente si parla ancora nei libri di storia. Di Battista, e l'anno scorso Di Maio, che con i loro elenchi rancorosi probabilmente si ripromettono solo di avere una stampa più prona ai desiderata pentastellati, fra qualche anno verosimilmente potrebbero essere ricordati come una mera parentesi nella politica italiana.


Ivana Gobbo 
Abano Terme


Cara lettrice,
forse avrei avuto qualche problema di insonnia se Alessandro Di Battista avesse inserito il mio nome tra i buoni. Avrei passato qualche ora della notte a chiedermi: ma dove ho sbagliato? Perchè, come mi spiegò un vecchio cronista quando iniziai a fare questo lavoro, se un uomo politico parla troppo bene di te, c'è sempre qualcosa di cui preoccuparsi. Battute a parte, quando ho visto quella classifica stilata dall' itinerante leader pentastellato mi sono in realtà fatto un'altra domanda: ma cosa mai abbiamo combinato in questo Paese per ritrovarci e doverci occupare di un giovin signore che, senza titolo alcuno, emette sentenze ed espone al pubblico ludibrio dei suoi fans alcuni giornalisti che hanno il grande, e spesso unico, torto di non pensarla come lui? Siamo sinceri: l'insofferenza dei politici per l'informazione non è certo un'esclusiva di Di Battista o di altri esponenti 5stelle. Le intemerate di Massimo D'Alema contro i giornalisti sono diventate celebri. Pure Renzi non ha mancato di esibirsi sull'argomento. E il decreto bulgaro di Berlusconi contro alcuni volti noti della Rai è entrato nella storia della cronaca politica. È bene non dimenticarsi di tutto questo. Ma, appunto, Di Battista non doveva essere un alfiere del nuovo e del cambiamento? Invece eccolo qui a insultare i giornalisti cattivi, a stilare patetiche liste di proscrizione, a distillare minacce. Altro che nuovo. Questo è il vecchio che avanza attingendo alle miserie della politica di ogni stagione. Se è questo il suo contributo al rinnovamento dell'Italia, caro Di Battista accetti un consiglio: rifletta se 
Ultimo aggiornamento: 20:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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