Panettone o pandoro? A Natale è un testa a testa, ma il derby si gioca tra Nord e Sud

E il risultato finale è di quelli inattesi

Domenica 3 Dicembre 2023 di Lorena Loiacono
Panettone o pandoro? A Natale è un testa a testa. Ma al Sud le famiglie ora preferiscono il dolce senza canditi

E’ il derby di Natale, la madre di tutte le sfide che divide i gusti degli italiani, praticamente a metà, e crea opposte fazioni durante le feste natalizie. Proprio a tavola quando, davanti alla scelta del dolce, resta sempre il solito irrisolto interrogativo: meglio il pandoro o meglio il panettone? La risposta non c’è visto che la disputa, tra trattative estenuanti, finisce sempre in pari.

Ma a guardare bene la classifica una differenza di gradimento c’è, eccome: il derby si gioca infatti tra Nord e Sud. E il risultato finale è di quelli inattesi: i buongustai del Nord preferiscono mangiare il panettone mentre quelli del Sud amano di più il pandoro. Praticamente si svela un imprevisto capovolgimento della tradizione natalizia, a rivelarlo è un recente studio condotto da AstraRicerche per Unione Italiana Food sul rapporto degli italiani con i grandi lievitati da ricorrenza.

Dallo studio emerge che al Nord l’83% degli intervistati afferma di consumare il panettone e l’81% il pandoro, mentre al Sud vince il pandoro con l’85% contro l’81% del panettone. Insomma, il dolce natalizio tipico di Verona spopola soprattutto nelle regioni meridionali. Mentre in quelle settentrionali va per la maggiore il dolce con uvetta e canditi e con le sue infinite varianti. Se le differenze geografica si fanno sentire, a livello nazionale la prevalenza non c’è; pandoro e panettone restano nel cuore degli italiani praticamente a pari merito rispettivamente con l’82% e l’81% di voti. Nel 2022 ne ha mangiato almeno uno ben il 95% degli italiani, praticamente tutti, ad esclusione probabilmente di chi non poteva farlo per motivi di salute. E il momento migliore per assaporarli non è solo a tavola, dopo il pranzo di Natale, ma anche a colazione, per l’38,8% degli intervistati, a merenda per il 29,2% oppure ancor di più come dolce del dopocena per il 42,3%. Emergono poi piccole abitudini come quella di scaldare un po’ la fetta prima di mangiarla, che conquista il 29,1% degli intervistati, o di amarla inzuppata in una bevanda calda per il 26% o ancora di arricchirla con creme o gelato per il 25,1%, in particolare le donne più giovani, della GenZ. 

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I DOLCI NATALIZI

Su un aspetto non ci sono dubbi: a vincere è la tradizione visto che nella maggioranza dei casi gli italiani preferiscono i dolci natalizi realizzati secondo la ricetta tradizionale: il 66% per il panettone e il 69,3% per il pandoro. «A conferma - sottolineano gli analisti - che questi lievitati rappresentano dei veri e propri fenomeni culturali legati ad una tradizione. Sono meno propensi invece verso quelli “speciali”, per esempio arricchiti con delle coperture». Comunque si tratta di un successo che si conferma di Natale in Natale: un anno fa la produzione complessiva dei due lievitati è stata di 73.502 tonnellate pari a 552,1 milioni di euro. «I nostri industriali – ha commentato Mario Piccialuti, direttore generale Unione Italiana Food, che riunisce 550 eccellenze dell’industria italiana - sono dei grandi pasticceri che hanno realizzato un sogno: far assaggiare i propri prodotti a quanti più consumatori possibili, replicando su larga scala il processo e la ricetta artigianale garantiti peraltro da una legge dello Stato in vigore da quasi 20 anni e sono così riusciti a far diventare questi prodotti tradizionali di origine locale un’eccellenza della pasticceria italiana ormai simbolo del Natale in Italia in Europa e nel mondo». Soddisfacenti infatti anche i risultati del 2022 per l’export, con una produzione complessiva di quasi 14 mila tonnellate, del valore di 105 milioni di euro. Due prodotti tradizionali dunque, il pandoro e il panettone, che portano il gusto della migliore pasticceria del made in Italy nel mondo, tutti da assaporare ma anche da tutelare. Per questo è stato avviato il progetto di comunicazione “Buone Fette”, per accendere i riflettori su questi dolci da forno, per raccontarne le caratteristiche e la storia ma anche per creare consapevolezza rispetto alla Denominazione Riservata che dal 2005 ne definisce ingredienti, forma e metodi di lavorazione: una garanzia di autenticità e qualità soprattutto per il consumatore. 

Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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