Uccide il ladro: applaudito. Ma il rapinatore ucciso accende la lite sulla legittima difesa

Giovedì 29 Novembre 2018 di Sara Menafra
Uccide il ladro: applaudito. Ma il rapinatore ucciso accende la lite sulla legittima difesa
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Dal caso di cronaca si torna alla polemica politica. Perché il caso di Fredy Pacini sembra destinato ad essere il volano o dell'approvazione definitiva della legge sulla legittima difesa o di un nuovo scontro sul tema all'interno della maggioranza. L'artigiano aretino, 57enne, gommista e rivenditore di biciclette di Monte San Savino (Arezzo) due notti fa ha ucciso un 29enne moldavo che era entrato nella sua ditta spaccando una vetrata per tentare un furto. Pacini nel tempo aveva subito 38 episodi di furti, riusciti o tentati.

Gommista uccide ladro, boom di iscritti sul gruppo Fb «Io sto con Fredy»
 



Finché ha deciso - e la cosa era finita anche sulle cronache locali - di ricavare una stanzetta in un capannone industriale. L'altra notte ha sentito dei rumori provenire dall'esterno. Sì è alzato dal lettino, ha sorpreso i ladri, che erano entrati sfondando un vetro all'interno della sua azienda, e ha sparato. A terra è rimasto Vitalie Tonjoc, 29 anni, moldavo, che si è accasciato durante la fuga nel cortile dell'azienda. Un secondo complice è riuscito a fuggire ed è ricercato dalle forze dell'ordine. L'iscrizione nel registro degli indagati, dice il suo avvocato, Alessandro Cheli, è un «atto dovuto e giusto perché c'è da accertare un fatto, ci sono delle indagini in corso. L'indagine è doverosa e si attendono le risultanze con assoluta serenità». Del resto, l'iscrizione sarebbe inevitabile anche se fosse approvata la legge sulla legittima difesa (sebbene l'obiettivo della legge sia ridurre al minimo le verifiche della magistratura riducendo la parte discrezionale). Pacini ha chiesto di essere interrogato dal pm titolare del fascicolo di indagine, il sostituto procuratore Andrea Claudiani.

LA LEGGE
Ovviamente, il caso ha riacceso la discussione sulla legittima difesa e la legge appena passata al Senato che dovrà essere calendarizzata alla Camera. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha telefonato all'avvocato di Pacini per esprimergli «la vicinanze delle istituzioni», anche se il diretto interessato ha preferito non rispondere «perché è troppo scosso». Monte San Savino è tutto schierato con Fredy. Al suo ritorno in azienda ieri, è stato accolto da applausi e urla «bravo Fredy». Un gruppo Facebook in solidarietà, «Io sto con Fredy», ha già raccolto 14mila i membri, ai quali vanno sommate le centinaia di messaggi di solidarietà che l'uomo ha ricevuto sulla sua pagina personale. Il sindaco, Margherita Gilda Scarpellini, che ha incontrato Pacini, ha lanciato un appello al Viminale perché al piccolo paese con 90 chilometri quadrati di territorio vengano assegnati più agenti capaci di garantire la sicurezza. Salvini ha quindi rilanciato la battaglia sua e del suo partito per approvare rapidamente la nuova legge: «Chi fa il rapinatore deve sapere che rischia qualcosa», dice. Dalla risposta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora, già si capisce che la discussione sarà lunga (come tortuosa è stata l'approvazione della legge già al Senato): «Io non avrei telefonato al commerciante. Sulla legittima difesa dalle dichiarazioni di Salvini in poi c'è tutto un passaggio in Parlamento. Se ne dovrà discutere bene».
 

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 22:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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