Sapienza, gli anarchici infiltrati tra gli studenti. Al corteo un palestinese che tentò di sparare a un diplomatico e uccise l'amica

Rilasciati i due fermati dopo gli scontri. Ragazzi incatenati e in sciopero della fame

Giovedì 18 Aprile 2024 di Alessia Marani
Sapienza, gli anarchici infiltrati tra gli studenti. Al corteo un palestinese che tentò di sparare a un diplomatico e uccise l'amica

Arresti convalidati, nessuna misura cautelare. Tornano liberi dopo la direttissima di ieri a piazzale Clodio, Albarq Mohamed Alì Jummah, 27enne di origine libica, nei guai per avere danneggiato un’auto della polizia e Stella Boccitto, 28 anni, accusata di avere aggredito il dirigente del commissariato San Lorenzo. Entrambi erano stati fermati martedì durante gli scontri nel corso della manifestazione a sostegno della Palestina iniziata all’interno de La Sapienza e poi proseguita nel vicino quartiere universitario.

Una guerriglia in cui sono rimasti feriti 25 agenti (due con prognosi di 20 e 21 giorni) e due carabinieri. La Digos sta visionando le immagini girate dalla Scientifica in quei momenti e il novero degli indagati è destinato a salire. 

Di sicuro c’erano degli infiltrati: anarchici e un uomo dell’Udap, associazione nata agli inizi degli anni duemila che riunisce gli attivisti palestinesi in Italia. Si tratta di Jead Othman, un ex appartenente a formazioni terroristiche palestinesi, già arrestato per l’omicidio di una giovane iraniana e il ferimento del vice console degli Emirati Arabi Mohammed Al Sowaidi in un attentato avvenuto il 26 ottobre 1984 sulla via Cassia, a Roma. E Rivendicato all’epoca dalle “Brigate rivoluzionarie arabe”. Il gip di Roma ha convalidato gli arresti non disponendo alcuna misura cautelare in attesa del processo, fissato per Jummah al 23 maggio, e al giorno precedente per Boccitto. Nei suoi confronti viene contestato il reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Accuse respinte con forza. «Nostra figlia non ha precedenti - hanno raccontato i genitori della 28enne, il papà, Marco, giornalista, ed Enrica Palmieri, ex direttrice dell’Accademia nazionale di danza classica - ed è laureata con il massimo dei voti in Cooperazione internazionale. Era all’università per accompagnare un amico di Padova e aveva con sé il suo cane che ha rischiato di rimanere schiacciato tra la folla. Si è trovata di fronte le forze dell’ordine schierate ed è stata portata via dai poliziotti. Oggi avrebbe avuto un colloquio di lavoro. Assurdo pensare che abbia aggredito qualcuno, pesa 40 chili, è un fuscello». In aula anche il padre del 27enne, da cinque anni in Italia. «Mio figlio studia Economia, non ha precedenti ed è affetto da problemi gravi di salute - ha detto - Era salito sull’auto solo per farsi sentire col megafono». Il ragazzo, comunque, avrebbe partecipato in maniera attiva a numerose precedenti iniziative di protesta. Intanto, gli esponenti dei collettivi che da domenica sono in presidio con le tende all’interno della Sapienza, si sono incatenati e hanno iniziato lo sciopero della fame. 

I MOVIMENTI

La Sapienza, cittadella universitaria aperta per antonomasia, in questo momento rischia di fare da calamita per il mondo antagonista e le associazioni filopalestinesi, in una fucina di idee e azioni in ebollizione. Martedì, in occasione della riunione del Senato Accademico, in 300 si erano mossi in un corteo non preavvisato verso il Rettorato. Lì i primi scontri, poi proseguiti davanti al commissariato. Alla guida della protesta universitaria figurano il collettivo Zaum, un movimento «anti-sistema», «pro-Palestina» e «contro il patriarcato» e i ragazzi di Cambiare Rotta, l’organizzazione giovanile comunista. E se per oggi alle 18 i collettivi hanno indetto una nuova «grande assemblea», le antenne degli investigatori sono tutte per il dibattito di matrice anarchica con al centro «un movimento internazionale in grado di mandare in crisi il sistema-Israele» in programma nell’aula autogestita di Filosofia a Villa Mirafiori. Gli anarchici torneranno il 24 aprile quando si riuniranno in sit-in sotto la Cassazione in solidarietà con Anna Beniamino e Alfredo Cospito, per l’udienza al processo “Scripta manent”. «Bene che si manifesti democraticamente - dice Ignazio Caprarotta, del Siulp, sindacato di polizia - ma senza norme e pene certe, i poliziotti diventano un bersaglio».

Ultimo aggiornamento: 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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