Rai, Di Maio: «Tagliare canone e maxi-cachet. Il caso Fazio va affrontato»

Venerdì 14 Dicembre 2018
Rai, Di Maio: «Tagliare canone e maxi-cachet. Il caso Fazio va affrontato»
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Il gettito recuperato grazie all'introduzione del canone in bolletta «deve permettere alla Rai di avere risorse per gli investimenti nelle nuove tecnologie, ma anche consentire di ragionare nell'ottica di abbassare un pò il canone negli anni».

Ad annunciarlo il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che, nella sua prima audizione in Commissione di Vigilanza Rai in qualità di titolare del ministero vigilante, parla della tv pubblica a tutto tondo. 
 

«Penso che sia arrivato il momento per cambiare questo Paese e la Rai, che ne è una articolazione fondamentale», afferma prima di sollevare ancora una volta il tema della retribuzione di Fabio Fazio. «C'è un caso Fazio in Rai? Certo - afferma il ministro -. Auspico che il prima possibile si possa ricostruire un pò di buonsenso rispetto alle retribuzioni. C'è un piano della precedente governance valido fino a marzo, ma è un tema che va affrontato e fa parte delle sensibilità che abbiamo trasmesso al management». Una presa di posizione alla quale risponde prontamente il diretto interessato.

«Colgo al volo il suo auspicio al buon senso - afferma il conduttore - e le do tutta la mia sincera disponibilità sin d'ora a parlare di televisione, di costi e naturalmente di ricavi, di opportunità, di compensi e guadagni. E soprattutto, se lo riterrà utile, a parlare di prodotto e di contenuto». Di Maio promuove le prime mosse del nuovo vertice Rai, a partire dalle indicazioni dei direttori. «In Rai va ristabilito il merito con segnali forti - afferma -. Do atto all'attuale dirigenza di aver premiato gli interni, dimostrando di credere nelle potenzialità dell'azienda. Bisogna proseguire premiando anche gli emarginati, che hanno detto troppi no in passato».

Tra gli obiettivi non c'è, almeno per il momento, la privatizzazione di alcuni canali che in passato il Movimento 5 Stelle aveva cavalcato. «Non c'è alcun cenno nel contratto di governo alla privatizzazione dei canali Rai», taglia corto il vicepremier. Di Maio auspica piuttosto una riforma del sistema radiotelevisivo che parta dal Parlamento. «Le quote di palinsesto dedicate alla produzione italiana hanno creato un ingessamento - aggiunge -. Occorre favorire la produzione italiana, ma garantendo sempre l'autonomia del management Rai». Il ministro invita dunque i dirigenti di Viale Mazzini ad affrontare il tema del conflitto di interesse degli agenti e delle case di produzione, prima di intervenire sulle accuse di dumping, la pratica di ribassi ai prezzi degli spot, lanciate da Mediaset alla Rai.

«Consiglio ai privati di rivolgersi all'Antitrust - afferma Di Maio -, in modo da consentirci di affrontare a tutto tondo il tema della pubblicità». L'opposizione si schiera a tutela della libertà di espressione di Fazio, che - affermano esponenti di Pd e non solo - sarebbe nel mirino solo perché non allineato alla propaganda di un governo che continua ad occupare gli spazi tv. A preoccupare l'Usigrai è, però, soprattutto il tema dell'abbassamento del canone. «Una ulteriore riduzione del canone - avverte il sindacato dei giornalisti - sarebbe un colpo durissimo alla possibilità della Rai di investire, di regolarizzare i tanti che lavorano come giornalisti senza il contratto giornalistico che gli spetta. Oltre a creare gravi rischi per l'occupazione».

Ultimo aggiornamento: 19:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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