Elezioni Roma, caos schede: parte la guerra dei ricorsi al Tar

Venerdì 10 Giugno 2016 di Mauro Evangelisti
Elezioni Roma, caos schede: parte la guerra dei ricorsi al Tar

Preferenze mai conteggiate, un presidente di sezione denunciato e il ballottaggio che rischia di saltare in almeno un municipio. È ancora caos schede e si annunciano ricorsi al Tar. Al II Municipio ad esempio ci sono 21 sezioni, che valgono circa 18mila elettori, i cui voti non saranno contati. Ieri nell’ufficio elettorale centrale, all’ex Fiera di Roma decine e decine di rappresentanti di lista hanno fatto pressioni sui magistrati che devono certificare i risultati. Al I invece era scomparso lo scatolone con le schede di una sezione di Testaccio, poi ritrovato.

LA RESA
Ballottaggio che rischia di saltare in almeno un municipio perché molti voti non sono stati contati; ricorsi al Tar; preferenze mai conteggiate in almeno cinque casi nel solo I Municipio; un presidente di sezione denunciato; carte che vanno in procura; scatoloni con le schede spariti; sezioni che hanno sospeso la conta «causa stanchezza»; migliaia di cittadini presi in giro perché nessuno ha contrasto i loro voti. Roma, la cui immagine è già stata travolta da Mafia Capitale e dai disastri quotidiani, offre un'altra pessima prova perché dimostra di non riuscire a gestire il voto in modo normale.

FANTASMI
Avevamo scherzato, il vostro voto non lo contiamo. Al II Municipio (dal Flaminio ai Parioli) ci sono 21 sezioni, che valgono circa 10mila elettori, i cui voti non saranno contati. Ore 18 di ieri, ufficio elettorale centrale, all'ex Fiera di Roma, sorvegliato da Esercito, Finanza e Carabinieri: decine e decine di rappresentanti di lista premono sui magistrati che devono certificare i risultati. Si riunisce la commissione guidata da un giudice della Corte d'Appello. Nonostante la richiesta di tutti i partiti (escluso M5S), il giudice decide di non riaprire gli scatoloni e contare i voti espressi e mai registrati in 21 delle 150 sezioni del II Municipio. Quelli di Noi con Salvini sono infuriati e questa mattina si presenteranno all'ufficio elettorale (nella foto i pc su cui confluiscono i voti) guidate dalla parlamentare Barbara Saltamartini. Se questa linea non sarà mutata, invocheranno l'intervento del prefetto e del ministro della Giustizia, poi presenteranno ricorso al Tar, chiedendo l'immediata sospensiva e dunque il rinvio del ballottaggio. Perché il II è il Municipio a rischio? È l'unico dove i partecipanti al ballottaggio per la presidenza si decidono per una manciata di voti: il primo posto è saldo per Francesca Del Bello, Pd, ma il secondo, assegnato a Fabio Fois (M5S) si basa su un migliaio di voti di vantaggio su Andrea Signorini (Salvini e FdI). «Nel riesame dei risultati delle sezioni disponibili - giura Signorini - lo svantaggio si è ridotto a 300 voti. Con un distacco così esiguo come si può pensare di fare sparire i voti di 21 sezioni?». I 5Stelle ribattono che in realtà il vantaggio è di un migliaio di voti. Inevitabile il ricorso al Tar, che in linea del tutto teorica, potrebbe sospendere il ballottaggio, ordinando la conta dei voti mancanti. Non solo: anche se questa mattina di decidesse di fare lo spoglio delle schede, si rischia di non fare in tempo per domenica, ultimo giorno disponibile per decidere gli apparentamenti. Al II c'è una lunga lista di casi sospetti: verbali in bianco o mal compilati; c'è stato uno scrutatore allontanato perché aggiungeva voti a un candidato; c'è un verbale in cui si aggiunge un «Nb: i dati finali non sono congruenti». Ma è solo la punta dell'iceberg. Al I, ad esempio, era scomparso lo scatolone con le schede di una sezione di Testaccio (ritrovata più tardi), un presidente è stato denunciato perché ha fatto votare il padre anche se non ne aveva diritto.

LE 26
E poi c'è il caso di 26 sezioni (su 2.600 totali) in cui mancano i risultati anche per il Campidoglio. Nel suk all'ufficio elettorale centrale c'è stato lo spoglio delle schede per 4 (in sintesi, la linea è: contiamo per le comunali, non per le municipali). Ma anche qui si sta andando a rilento. In teoria, non è un dramma, perché il distacco tra i candidati sindaco è ampio. Però osserva il consigliere regionale di FdI, Fabrizio Santori: «Ma l'equilibrio finale, anche dei voti di lista, non è ininfluente nella definizione degli eventuali apparentamenti. Ma soprattutto: i cittadini andati alle urne hanno diritto o no di vedere registrato il loro voto?.
 

Ultimo aggiornamento: 17:23

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