Prodi attacca: «Salvini è razzista
Renzi? Serve un partito inclusivo»

Mercoledì 6 Marzo 2019
Romano Prodi
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Salvini è razzista?. «Sì. Nel senso che quando dici "noi siamo diversi dagli altri" dici anche questo. Mentre noi siamo una parte di mondo, con una grande cultura, una grande civiltà che dobbiamo custodire, ma con la cultura e non con l'odio». Lo afferma Romano Prodi a a diMartedì su La7. «Io sono dall'altra parte ma non faccio mica la faccia feroce, forse perché sono emiliano. Credo proprio che creando tensione si può andare avanti per un po' di tempo ma poco», aggiunge l'ex premier.

«No, non si può dire. Proprio l'aggettivo che io accompagno nella mia testa quando vedo Salvini non è moderato», afferma ancora Prodi a e aggiunge: «Certamente non è moderato e quindi ha dei problemi anche lui nel lungo periodo a interpretare la società italiana. Perché sa tensioni oggi, tensioni domani e poi anche la tensione stanca, la tensione stanca. Secondo me è un momento di riflessione in cui non c'è più il desiderio per definizione di tensione, di lite, che c'era stata fino a qualche mese fa. Adesso la gente comincia a dire: "insomma dobbiamo convivere con gli altri perché se no se siamo isolati è sempre peggio"».

«I barconi non arrivano ma la tensione è uguale. Vede, quando ero presidente della Commissione europea avevo proposto di fare delle università in comune: a Catania a Napoli, a Tunisi o a Tripoli. Con professori metà del nord e metà del sud e studenti metà nel nord e del sud. Se facciamo queste cose ricostruiamo. Adesso è come se ci fosse un muro e questo è quello che non va bene», insiste l'ex premier. Questo muro, aggiunge l'ex premier, «va spezzato, ma con delle cose attive. Ho fatto l'esempio dell'Università, ma perché non fare la banca di sviluppo del mediterraneo con i denari dell'Europa e del sud, con quelli del golfo. Se lei costruisce questi momenti di collaborazione questo è la sostituzione dei barconi, non è il bastone a sostituirli».

«Non si può litigare con i francesi, i tedeschi e con tutti. Questo è un sentimento nuovo che vedo arrivare», sostiene ancora il professore. Ma che può fare il Pd contro questo razzismo? «L'essere andati al seggio domenica è già una dimostrazione perché era un ritrovarsi dimenticando anche le stesse tensioni del pre-voto no? E quindi è stato un passo in avanti, però questi fenomeni se non sono seguiti da un'azione coerente durano poco. Danno coraggio, sono importanti, ma debbono esser seguiti dalla politica aperta».

«C'è molto lavoro da fare per il Pd che non può essere solo. Oggi, ripeto, nessun partito da solo può andare al governo, il problema è fare delle coalizioni fra partiti omogenei e non la coalizione di oggi fra partiti assolutamente divergenti tra di loro e allora nasce la confusione. Invece la coalizione tra partiti vicini fa nascere il pluralismo», continua Prodi. Una coalizione simile all'Ulivo? «Il nome lo può cambiare, l'Ulivo non è più di moda, ma l'idea era quella. Mettiamo insieme persone che provengono pure da diverse forme politiche, ma che hanno gli stessi obiettivi. Quindi allora si metteva insieme un riformismo cattolico, un riformismo socialista, liberale. Però riformismo e quindi il senso della maggior giustizia sociale che unisce anche ideologie diverse». 

La tenda? «Si si è avvicinata abbastanza, è stata una giornata che vede ha rianimato tutti cioè trovarsi al seggio in tanti è stato come dire "beh si può ricominciare" tutto qua», sottolinea ancora Prodi parlando delle primarie del Pd. Sulla possibilità di riprendere la tessera dem, Prodi osserva: «Questo dipende dalle cose che seguiranno. Il problema è di avere una capacità di apertura e di comprensione di problemi che per un po' di tempo è mancata». Per Prodi serve essere più inclusivi. «Questa è una cosa estremamente importante. Tutta la democrazia di tutti i paesi europei ma anche di tutto il mondo, non ci sono più i grandi partiti che stanno soli, cui sono i partiti che sanno raccogliere intorno a se degli altri. Questo è un problema non solo per il centrosinistra, è un problema per tutti».

Inclusivi vuol dire anche verso Renzi?, gli viene chiesto. «Inclusivi vuol dire inclusivi. Il problema è inclusivi facendo un gioco di squadra. Ecco quindi i rapporti con la società, i rapporti con i sindacati, i produttori, con tutto l'associazionismo che è il cuore della società italiana, no? Non è una società verticale la nostra, è una società fatta di tanta gente con tanti interessi, multipla e bisogna raccogliere, nella società italiana bisogna raccogliere, non bisogna imporre», spiega ancora Prodi.

Gli esponenti del Movimento Cinque Stelle dovrebbero studiare di più? «Si, dovrebbero studiare di più. Ma lei capisce adesso uno che sottolinea lo studio può sembrare uno snob, io le dico solo che studiare serve», sostiene ancora Prodi.

Infine i conti pubblici. «I conti non vanno bene ed è un altro degli elementi per cui la gente riflette. Dicevano "sarà un anno bellissimo", l'anno invece è bruttino, anzi è bruttone. Poi vedo con preoccupazione i conti nei mesi futuri perché crescendo meno il deficit aumenta», conclude Prodi.

 

Ultimo aggiornamento: 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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