Pompei Pride,Spadafora (M5s): «L'Italia non tornerà indietro». Fontana lo gela: «Non parla a nome del governo»

Sabato 30 Giugno 2018
Pompei Pride,Spadafora (M5s): «L'Italia non tornerà indietro». Fontana lo gela: «Non parla a nome del governo»
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Nel giorno in cui il popolo Lgbt è sceso in piazza, a Milano e a Pompei, per ribadire il diritto di ognuno a vivere la propria sessualità, è scontro nel governo, tra Lega e Movimento 5 stelle, sul tema dei diritti e della famiglia. Il sottosegretario alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora (M5S) ha dichiarato al Pride di Pompei che «l'Italia non tornerà indietro, non si perderanno i diritti conquistati» anche se «in una parte del governo non c'è la stessa sensibilità». Spadafora inoltre ha spiegato di portare alla manifestazione il suo «sostegno e quello del governo». Una posizione smentita alcune ore dopo dal ministro leghista per la Famiglia, Lorenzo Fontana. «Il sottosegretario Spadafora parla a titolo personale, e non a nome del governo, né tantomeno della Lega. Per quanto ci riguarda - ha scritto su Facebook - la famiglia che riconosciamo e sosterremo, anche economicamente, è quella sancita e tutelata dalla Costituzione».

 
Mentre la politica litigava, a Milano è andata in scena una sfilata da record con 250mila persone in strada, secondo i numeri forniti dagli organizzatori. La città, con le parole del sindaco Giuseppe Sala, ha espresso ancora una volta un messaggio opposto a quello del governo, ribadendo la sua volontà ad essere «casa del popolo del Pride e dei diritti. Una città che sente il vento del cambiamento e lo accompagna, perché il cambiamento ci migliora». In città ci sarà presto anche una casa rifugio per ragazzi e ragazze rifiutati dalle famiglie per il loro orientamento sessuale. Alla parata hanno partecipato persone di ogni età, con i colori dell'arcobaleno stampati su bandiere, collane, abiti, palloncini e persino sul viso e sul corpo.

C'e chi ha sfilato con una bambola gonfiabile con la faccia di Matteo Salvini.

Perché il messaggio di inclusione che Milano consegna al Paese è rivolto anche al governo, in particolare al ministro della Famiglia Fontana, che aveva dichiarato che le famiglie arcobaleno non esistono. «Non sono i ministri che definiscono quali sono i nostri diritti ma siamo noi con le nostre vite», ha detto il presidente di Arcigay Milano, Fabio Pellegatta. «Salvini, Fontana venite qua e contateci!», ha scandito dal palco l'assessore alle Politiche sociali del Comune, Pierfrancesco Majorino. La parata milanese si è chiusa con un flash mob in cui le centinaia di migliaia di persone hanno alzato al cielo una bandiera con due facce, una tricolore e una arcobaleno. Il corteo nel napoletano è stato invece preceduto da forti polemiche per la scelta degli organizzatori di attraversare anche il piazzale del santuario della Vergine del Rosario. In altri luoghi di Pompei oggi si sono svolti presidi di Forza Nuova e del Mis-Movimento Idea sociale, contro il Pride.

 


 

Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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