Fico al Quirinale: M5S-Pd, dialogo avviato. Di Maio: contratto o si vota. Martina: passi avanti, decidiamo in direzione

Giovedì 26 Aprile 2018
Fico vede Pd e M5S: secondo giro di consultazioni
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Dialogo avviato, il mio mandato finisce con esito positivo: ora è necessario aspettare la direzione Pd. Il presidente della Camera Roberto Fico ha riassunto così i suoi due giri di consultazione con dem e 5 stelle dopo l'incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ci sono passi avanti importanti con M5S, ha detto il reggente del Pd, Maurizio Martina, riassumendo l'incontro con Fico che oggi alla Camera ha incontrato anche la delegazione grillina.

Luigi Di Maio ha spiegato che si sta lavorando per un «contratto al rialzo» con il Pd e che o ci sarà una intesa o si tornerà al voto. 

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Fico. «Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo, si conclude qui oggi», ha detto Fico, al termine dell'incontro con il presidente della Repubblica. «Aspettiamo - ha proseguito il presidente della Camera - anche la direzione del Pd ma il concetto fondamentale è che il dialogo è stato avviato». «Io penso sia importante ragionevole e responsabile restare sui temi e sui programmi che è quello che chiedono i cittadini», ha aggiunto Fico.

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Di Maio. «Abbiamo il 32%, non siamo autonomi e stiamo cercando di portare un buon contratto al rialzo non al ribasso che possa risolvere i problemi degli italiani. Ai cittadini interessa aver un reddito di cittadinanza che gli consenta di integrare il loro reddito oppure che due forze politiche litighino per l'eternità?», ha deto Di Maio, candidato premier del M5s al termine delle consultazioni con Fico. «Se si riescono a fare le cose, bene. Altrimenti si torna al voto. Io pero chiedo uno sforzo al Pd», ha aggiunto. «La prima cosa che vorrei dire visto che in questo giorni si legge tanto di di alleanze e di prima e seconda Repubblica, secondo me dobbiamo abbandonare questo vocabolario e capire che siamo nella terza repubblica in cui le forze politiche fanno un passo indietro e fanno un passo avanti i cittadini. Qui stiamo cercando di mettere al centro questioni non risolte da 30 anni», ha proseguito Di Maio.

 


«Capisco chi nel M5s dice "mai col Pd" e chi dal Pd dice "mai col M5s" ma qui non si tratta di andare insieme, non si tratta di negare le profonde differenze o le divergenze, nel passato o nel presente, si tratta di cominciare a ragionare in un'ottica che non è di schieramento», ha continuato il capo dei 5 stelle. «Non so come andrà, ce la metteremo tutta: spero si possa scrivere un contratto all'altezza delle aspettative degli italiani e poi i nostri iscritti valuteranno», così come «con i loro tempi che rispettiamo gli organi» del Pd faranno le loro valutazioni, ha continuato Di Maio sottolinenado di aver riferito a Fico che i 5 stelle sono disponibili a sedersi al tavolo col Pd per iniziare a definire il contratto e mettere al centro i temi. «Il M5s al governo sarebbe una novità assoluta: se si formerà un governo sarà una novità non in continuità con passato. Noi qui cerchiamo di mettere al centro i problemi delle persone senza pensare al tornaconto del Movimento», ha sottolineato ancora il leader grillino. «Se si torna al voto il M5s ne esce rafforzato, secondo me: io sono convinto che sia così. Oppure capitalizziamo questo 32% ora e mettiamoci a lavorare per il Paese». 

«Bisogna mettere mano a questo continuo conflitto di interesse che c'è in Italia», ha poi sostenuto Di Maio. «Fa specie vedere che Berlusconi utilizzi tv e giornale per mandare velate minacce a Salvini, qualora decidesse di sganciarsi. È arrivato il momento di metter mano a questo conflitto d'interessi e di dire che un politico non può essere proprietario di mezzi di informazione».

«Dopo 50 giorni il forno della Lega è chiuso, noi abbiamo una dignità», ha poi detto il capo politico M5S aprendo l'assemblea congiunta dei parlamentari. Le sue parole, a quanto si apprende, sono state accolte dall'applauso dell'assemblea.

«Per 50 giorni abbiamo provato in tutti i modi a dialogare con la Lega. L'unico problema che avevamo è con colui che ci definisce come Hitler», ha aggiunto riferendosi a Berlusconi senza mai nominarlo.


Martina. «Abbiamo portato al presidente Fico - ha sottolineato l'esponente Pd - le nostre valutazioni in ordine a quello che è accaduto in questi giorni: noi riconosciamo, registriamo passi in avanti importanti che vogliamo riconoscere, in particolare rispetto ad alcune richieste, ad una richiesta fondamentale che avevamo avanzato già al primo giro di consultazioni con il presidente Fico, relativa alla necessità di chiudere la fase della trattativa, del confronto con centrodestra e Lega: sono arrivate parole importanti, definitive su questo che vogliamo riconoscere come fatto politico. Al tempo stesso - ha aggiunto - non nascondiamo le difficoltà e le differenze che animano questo confronto tra noi, e penso sia giusto dirlo per serietà e responsabilità nei confronti del Paese, di tutti gli italiani».

 


«Abbiamo deciso di convocare la direzione nazionale Pd il 3 maggio prossimo per decidere se e come accedere a questo confronto da comunità collettiva. Insieme discutiamo e poi insieme lavoriamo», ha poi aggiunto. «Ci interessa dare una mano a questo Paese in una fase delicata della storia istituzionale e politica. Se siamo arrivati fino a qui è perché altri hanno fallito, per 50 giorni assistito a diversi tentativi che non hanno prodotto un esito utile. Questo lavoro lo facciamo con spirito di servizio e nel solco degli indirizzi dati dal Presidente Mattarella».

«Abbiamo grande rispetto per il dibattito apertosi nei nostri movimenti. Va assolutamente rispettato perché è vero che siamo forze diverse, siamo forze che hanno espresso ed esprimono anche punti di vista molto diversi. Questo non esclude la possibilità di riconoscere passi in avanti», ha detto ancora Martina.

Orlando. Ok al confronto con il Movimento 5 Stelle «non a prescindere». Ma «se la direzione Pd dovesse valutare non percorribile quel percorso, al secondo punto dovremo inserire la questione su come ci avviamo al confronto elettorale». A dirlo è il ministro della giustizia Pd Andrea Orlando, ospite del programma Zapping su Radio 1. «Credo che prima di dire che l'ipotesi di un'alleanza Pd-M5s non è percorribile, sia necessario andare a vedere se ci sono le condizioni - ha premesso -. Vedo le difficoltà e le distanze ma anche il dovere di un partito di verificare se ci sono le condizioni in un quadro di alleanza» e «penso sia giusto andare a fare una verifica, per non avere rimorsi». Sulla Direzione del partito, «è stato un errore rinviarla secondo me», ribadisce, ha aggiunto: «Credo sia giusto che il Pd si prepari sulle impostazioni programmatiche in caso di elezioni, e cioè ad esempio individuare una figura di riferimento per la campagna elettorale».


 

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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