Attirata in cabina con l’inganno. Stuprata da tre ragazzi francesi poco più grandi di lei e anche da un minorenne. «Pensavo che il primo mi avesse portato in una sala di ritrovo, invece era la sua stanza.
Il gruppetto di stranieri era appena salito al porto di Marsiglia, la violenza sarebbe avvenuta nella notte tra venerdì e sabato durante la navigazione verso Genova. «Vieni con me dai andiamo qua dentro che c’è altra gente», con questa scusa il primo dei quattro l’avrebbe portata nella camera e aggredita all’improvviso. Quindi nella stanza dopo pochi minuti avrebbero fatto ingresso altri due amici del giovane (tutti e tre diciannovenni) e per ultimo il diciassettenne. Solo quando i primi due ragazzi hanno lasciato la cabina, la liceale è riuscita a fuggire guadagnando il corridoio dove, sconvolta e molto provata, è stata soccorsa dai compagni di classe che la stavano cercando preoccupati perché non avevano più notizie di lei. A quel punto sono stati avvisati i docenti i quali hanno allertando il comandante e il responsabile della sicurezza a bordo della nave.
«MI È SALTATO ADDOSSO»
Una volta a Genova è intervenuta la polizia di frontiera. «Il primo mi ha aggredito all’improvviso, poi sono arrivati i due amici e un altro mi è saltato addosso, infine è sopraggiunto il quarto», ha raccontato la liceale sotto choc. Una versione la sua ricostruita momento dopo momento dagli agenti attraverso la visione e l’analisi di molte ore di riprese del circuito di videosorveglianza e le testimonianze dei compagni di scuola, di altri turisti e di alcuni inservienti. Alcuni frame avrebbero restituito la sequenza della ragazza quasi trascinata all’interno della cabina. Gli inquirenti sono convinti che i quattro ragazzi, oltretutto, avessero consumato un bel po’ di alcolici quella sera prima di abusare della diciottenne. E forse hanno fatto bere anche lei. Insomma, una serata da sballo finita nel peggiore dei modi.
Prima visitata e refertata dal medico di bordo, la studentessa aiutata da un’agente della polizia giudiziaria, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Genova dove è stato attivato il protocollo rosa riservato alle vittime di violenza sessuale. Risalita sulla nave, la ragazza non ha esitato a sporgere una formale denuncia querela nei confronti dei suoi presunti aggressori. Individuati e arrestati nel giro di poche ore.
Sabato la nave è rimasta ormeggiata in porto fino alle dieci della sera, ritardando il momento della ripartenza alla volta di Civitavecchia come previsto dall’itinerario di viaggio. I passeggeri a bordo erano circa quattromila, nessuno è potuto scendere. Sui social e nelle chat improvvisamente si era sparsa la voce di un possibile guasto a un motore, subito smentita. Nel frattempo gli investigatori stavano lavorando per raccogliere tutti gli elementi utili per cristallizzare la vicenda e fornire una dettagliata informativa alla Procura. Per i tre maggiorenni, tutti originari della Piccardia al confine con il Belgio, è scattato l’arresto con l’accusa di violenza sessuale di gruppo, mentre il minore è stato denunciato a piede libero e ha fatto già rientro in Francia. Oggi per gli arrestati, rinchiusi nel carcere femminile di Pontedecimo, dove c’è una sezione per i sex-offender, saranno ascoltati dal gip.
I DUE LICEI DI ROMA SUD
Erano due le scolaresche romane sulla nave, partite da Civitavecchia il 12 maggio e rientrate domenica dopo avere fatto tappa anche a Palermo, Ibiza e Valencia. Un viaggio che stava per giungere al termine e che aveva visto familiarizzare gli studenti dei due licei scientifici di altrettanti quartieri residenziali di Roma sud: «I ragazzi erano contenti, si era creato un bel clima tra di loro - racconta una dirigente scolastica - ora, però, sono sotto choc». Traumatizzati anche gli studenti degli istituti “La Farina” e “Basile” di Palermo e Milazzo che sabato avevano fatto sapere di essere rimasti fermi nel porto «perché una ragazza romana è stata violentata». «Sono dispiaciuti e increduli - fanno sapere i docenti - sarà un’esperienza di vita che non dimenticheranno e che aiuteremo a superare».
Non è la prima volta che le scuole siciliane avevano organizzato una crociera come viaggio di istruzione, con più tappe per dare modo agli studenti di visitare luoghi diversi e diverse culture. Una consuetudine sempre più diffusa specialmente in quelle città con vicinanza ai principali porti lungo le principali rotte turistiche. «Proprio l’estrema sorveglianza all’interno di queste navi è sempre stato un elemento a favore della nostra scelta - sostengono gli insegnanti siciliani -. Ogni angolo della nave è tenuto sotto controllo dalle telecamere e noi docenti con le scolaresche abbiamo sempre dei responsabili della sicurezza a cui fare riferimento. Ogni gita ha sempre dei rischi».