Le minacce, il terrore, gli agguati e infine quell’agghiacciante aggressione con l’acido.
I DUBBI IN OSPEDALE
All’arrivo in ospedale della coppia lo scorso 5 dicembre, infatti, erano parse ben più preoccupanti le ustioni riportate dall’uomo, colpito dal liquido al volto, al collo e alle mani. Ferite troppo gravi per essere la sola conseguenza di un tentativo di difendersi da parte della moglie. Come ha osservato anche il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, è stata proprio questa la «prima enorme anomalia» nella versione fornita dalla 50enne, in quanto «non si è mai vista una donna aggredita con l’acido che ha lesioni limitate e superficiali e l’aggressore viceversa fisicamente distrutto». L’uomo, che è tuttora ricoverato al centro grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania, era stato arrestato per lesioni personali gravissime.
Secondo la ricostruzione emersa subito dopo i primi accertamenti e anche tramite quanto riferito dalla moglie in sede di denuncia, lui le avrebbe teso un agguato nella loro abitazione a Palma di Montechiaro. Dopo averlo denunciato per presunti maltrattamenti, la donna risiedeva infatti in una struttura riservata e protetta. Stando a quanto raccontato da lei stessa agli investigatori, il 5 dicembre avrebbe deciso di contattare di nuovo il marito, per tornare nella loro abitazione a prendere alcuni indumenti. Una volta entrata in casa, però, lui sarebbe stato lì ad attenderla con una bottiglietta di acido tra le mani. Subito dopo, glielo avrebbe lanciato sul volto.
LA PROGNOSI
All’arrivo dei soccorsi, allertati dai vicini di casa ai quali la donna aveva chiesto aiuto, marito e moglie erano stati ricoverati in ospedale. Per lei, 20 giorni di prognosi e il ritorno in comunità dopo appena 24 ore. Lui era stato sottoposto a diversi interventi chirurgici e si trova tuttora ricoverato. «Non ho nemmeno toccato la bottiglietta, è stata lei ad aggredirmi», continuava instancabilmente a ripetere il marito, anche durante l’interrogatorio. Le successive indagini hanno portato a galla la verità nei giorni scorsi, prima ancora che venissero eseguiti gli esami di laboratorio sulla bottiglietta allo scopo di rilevare eventuali impronte, fissati per il 9 gennaio. Grazie anche all’«assoluta indispensabilità delle intercettazioni» si è presto arrivati «a capovolgere quelle che erano le nostre prime impressioni sul caso – ha detto il procuratore Di Leo nel corso di una conferenza stampa – e a rivolgere l’attenzione all’attuale indagata, accertando allo stato degli atti una dinamica diametralmente opposta a quella che lei stessa aveva proposto». Come ha poi osservato il procuratore, «il dato oggettivo è che il 48enne non sarà mai più lo stesso uomo».