Uccide cane gettandolo dalla finestra: condannato solo per resistenza ai poliziotti

Domenica 22 Aprile 2018
Uccide cane gettandolo dalla finestra: condannato solo per resistenza ai poliziotti
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«Tutte ste pagliacciate... è solo un cane». Lo 18 aprile aveva lanciato Lilly, una Jack Russell del figlio, dal settimo piano di un palazzo all'Ostiense, il tutto sotto gli occhi del ragazzo. Poi, non contento aveva aggredito i poliziotti che erano giunti sul posto. Calci e pugni scagliati con violenza, che ieri mattina sono costati a P.S., un 44enne romano, una condanna con rito abbreviato a un anno e 8 mesi, oltre alla custodia in carcere.

LA PENA
Una pena severa, ma solo per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento. Perché per il reato di maltrattamento contro animali, sarà necessaria una querela della vittima, il giovane 18enne proprietario della piccola femmina di Jack Russell e di un altro esemplare maschio, Aron, rimasto fortunatamente in vita. Si è chiuso così, almeno per ora, il dramma che si è consumato lo scorso mercoledì pomeriggio in un condominio in via Garcia Lorca, al Laurentino 38. Una vera e propria tragedia fra parenti, in cui ad avere la peggio è stata la cucciola di Jack Russell, scagliata con violenza dal balcone al settimo piano, al termine di una lite fra il 44enne e la sua compagna. Quando intorno agli agenti del reparto volanti sono arrivati sul posto, avvisati dai condomini, il figlio, accucciato in terra, stringeva in lacrime fra le sue braccia il Jack Russell, deceduto dopo il volo. Intorno una folla inferocita pronta a linciare il presunto autore del gesto, il 44enne con precedenti per lesioni e reati contro il patrimonio.

«Che c state a fa tutte ste pagliacciate. È solo un cane. Io ve sfonno a tutti». Alla vista dei poliziotti, subito l'uomo si trasforma in una belva. E, dopo aver riversato tutta la sua rabbia sul povero animale, se la prende anche con le forze dell'ordine. Prima a parole: «A guardie di m... Io vi ammazzo tutti. Fate schifo». Poi, passando alle vie di fatto, con calci e pugni violentissimi contro due agenti che riportano lesioni giudicabili guaribili in 14 e 20 giorni alla spalla e sul torace. Solo grazie allo spray al peperoncino gli uomini del reparto volanti riescono a fermare la fuga dell'uomo. Che, tuttavia, una volta in auto, nonostante le manette, inizia a sputare e a dimenarsi, calciando lo sportello della vettura e rompendo il vetro anteriore. Quando con molta fatica viene riportato l'ordine, gli agenti cercano di ricostruire la vicenda del cane, ma si trovano di fronte a un muro d'omertà.

IL TESTIMONE
L'unico testimone oculare, che in via informale aveva affermato di aver visto dal suo balcone l'uomo lanciare il Jack Russell, una volta in commissariato si sarebbe rifiutato di rispondere alle domande degli investigatori.

Allo stesso modo, la mattina successiva, nel corso della prima convalida d'arresto, il 44enne, rispondendo alle domande del giudice monocratico, respinge al mittente ogni accusa sulla morte del cucciolo di Jack Russell: «Ma le pare che uccido un cane io?». Per gli altri reati che gli vengono contestati, invece, c'è poco da fare. E ieri per l'uomo è arrivata la condanna per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento ad un anno e 8 mesi, come richiesto dal pm d'udienza Roberta D'Agata. Oltre alla detenzione in carcere. Per rendere giustizia a Lilly di tempo ce n'è ancora.

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 16:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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