Il mistero di Mirella, scomparsa 35 anni fa come Emanuela Orlandi. L’appello della sorella: «Chi sa parli»

Lunedì 29 Ottobre 2018 di Elena Panarella
Il mistero di Mirella, scomparsa 35 anni fa come Emanuela Orlandi. L’appello della sorella: «Chi sa parli»
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Sono passati più di 35 anni dal 7 maggio 1983 quando a Roma Mirella Gregori scompare dopo aver detto alla madre che sarebbe andata a un appuntamento a Porta Pia col fantomatico amico che le aveva citofonato. Un caso per anni legato a quello di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana svanita nel nulla 46 giorni dopo: il 22 giugno dell’83. Se ne è parlato a «La Storia Oscura» su Radio Cusano Campus.

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 Maria Antonietta Gregori, la sorella di Mirella, intervistata da Fabio Camillacci ha detto: «Lotterò per far riaprire le indagini sulla scomparsa di mia sorella, perché voglio fare di tutto per ritrovarla visto che l’ho promesso a mia madre mentre moriva. A tal proposito, sono già stata contattata da alcuni studi legali intenzionati a lavorare per raggiungere questo obiettivo; perché lavorando sul caso, sono certa che qualcosa di importante emergerà. Sono sicura che potranno emergere nuovi elementi utili alle indagini: ci sono delle basi dalle quali ripartire. Intanto, voglio lanciare un appello a chi è in ascolto: chi sa parli perché io so che c’è qualcuno che sa cosa è successo quel maledetto 7 maggio 1983». 

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«Ce lo possono dire anche in forma anonima, noi siamo qui ad aspettare - ha aggiunto - magari possono contattarci e aiutarci anche attraverso l’associazione Penelope. Purtroppo in tutti questi anni pur avendo avuto sempre grande fiducia nelle istituzioni, negli inquirenti e nelle forze dell’ordine, non è stato fatto quasi niente per ritrovare mia sorella. Di una cosa sono certa: la scomparsa di Mirella non è legata a quella di Emanuela Orlandi. I casi andavano separati dall’inizio, purtroppo hanno unito le due ragazze forse anche per colpa delle telefonate, dei messaggi che ci sono arrivati, dei depistaggi. Sono sicura - conclude Maria Antonietta Gregori - che se il giallo della scomparsa di mia sorella non fosse stato accomunato a quello sulla scomparsa di Emanuela Orlandi si sarebbe risolto».  

Secondo la testimonianza di Mehmet Ali Ağca (l’ex terrorista turco che sparò a papa Giovanni Paolo II), la scomparsa delle due ragazze, insieme con quella del giornalista sovietico Oleg G. Bitov il 9 settembre dello stesso anno dal Festival del Cinema di Venezia, sarebbero strettamente legate. In diversi comunicati del 1983 e del 1984 l’organizzazione di estrema destra turca dei Lupi grigi dichiarò di custodire entrambe le ragazze. In realtà la vicenda è più complessa. Secondo quanto dichiarato dall’ex-ufficiale della Stasi, il servizio segreto della Germania Est, Günter Bohnsack, sarebbero stati i servizi della Germania Est, assieme a quelli bulgari e ai sovietici del Kgb, a servirsi del caso Orlandi (al quale quello Gregori è stato collegato) confezionando falsi comunicati provenienti da sigle diverse (tra cui il Fronte Turkesh, collegabile ai Lupi Grigi) proprio per deviare le indagini parallele sulla “pista bulgara” per l’attentato a Giovanni Paolo II. In realtà, non sono mai emersi elementi concreti che potessero avvalorare un qualsivoglia legame tra la sparizione di Mirella e quella di Emanuela Orlandi, né è mai stato – peraltro – appurato se dietro alla sparizione della Orlandi ci fosse la regia di terze persone, tantomeno legate al terrorismo. Le due ragazze, pur essendo coetanee, non si conoscevano né avevano frequentazioni in comune.

Mirella Gregori, figlia minore dei titolari di un bar di via Volturno, all’epoca aveva 15 anni, era descritta da tutti come una ragazza assolutamente normale e studiava con ottimo profitto in un istituto tecnico della capitale. Il giorno della scomparsa, la ragazza si recò regolarmente a scuola e tornò a casa attorno alle 14, dopo essersi intrattenuta qualche tempo in un bar vicino a casa assieme ad un’amica. Quest’ultima dichiarò che lei e Mirella avevano parlato del più e del meno e non seppe fornire altre informazioni. Tornata a casa, la ragazzina fu chiamata al citofono da un sedicente amico, tale “Sandro”, alle cui richieste di uscire avrebbe esclamato: «Se non mi dici chi sei, non scendo!», per poi prendere tempo e proporre di vedersi attorno alle 15. A quell’ora, Mirella effettivamente uscì, dicendo alla madre che “aveva un appuntamento” vicino al monumento del bersagliere a Porta Pia con un vecchio compagno di classe, il quale, peraltro, quel pomeriggio era impegnato altrove. Da quel momento la famiglia non ha più avuto notizie della ragazza. Come se fosse stata risucchiata in un buco nero. Inutili i molteplici appelli dei genitori all’epoca della scomparsa.

La madre di Mirella, durante una visita del Papa alla parrocchia romana di San Giuseppe il 15 dicembre 1985, riconobbe in un uomo della Vigilanza vaticana facente parte della scorta, Raoul Bonarelli, una persona che spesso si intratteneva con la figlia e una sua amica in un bar vicino a casa. Secondo quanto riportato da un documento del Sisde del 31 ottobre 1983, pubblicato inedito dal giornalista Tommaso Nelli su “Cronacaedossier.it”, la figlia dei gestori del bar situato all’epoca sotto l’abitazione dei Gregori sarebbe stata al corrente dell’identità dell’uomo che convinse Mirella a seguirlo. Nonostante lo abbiano avuto in mano per più di un anno dalla sua acquisizione, i magistrati dell’ultima inchiesta giudiziaria non hanno però approfondito le informazioni contenute in questo atto. A oggi, il caso di Mirella Gregori rimane insoluto. E la sorella continua a lottare da 35 anni per sapere la verità.
Ultimo aggiornamento: 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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