La P Fiduciaria, riconducibile a John Philip Elkann e collegata con una delle due società anonime del Liechtenstein dove sarebbe confluita parte dell’eredità della nonna, ha violato la normativa antiriciclaggio.
IL DOSSIER
E ora Bankitalia, tramite l’Unità di Informazione finanziaria per l’Italia di cui è capo Enzo Serata, è scesa in campo per fare chiarezza sulla P Fiduciaria, una delle scatole riconducibili al presidente di Exor e di Stellantis. Come vuole la legge, infatti, la Guardia di Finanza ha trasferito il dossier a via Nazionale. Secondo fonti attendibili da tre giorni circa dell’incartamento se ne occupa il servizio Operazioni sospette, composto da quattro divisioni, con a capo Daniela Muratti che si avvale di una quarantina di persone. Gli uomini della Muratti, con grande riservatezza stanno compiendo un’analisi finanziaria delle segnalazioni di queste operazioni sospette (pare siano in tutto circa 25 e riguardino sia prelevamenti che versamenti di grosse somme), per valutarne la fondatezza. Finora il lavoro sarebbe ancora alle battute preliminari in quanto il dossier di circa 85 pagine deve essere attentamente letto e solo dopo gli 007 di via Nazionale passeranno alla verifica investigativa. Di solito queste operazioni durano da 7-10 giorni fino a qualche mese, prima del verdetto finale e delle possibili sanzioni. È possibile che gli 007 possano convocare i diretti interessati, in questo caso Elkann.
IL MAGNATE RUSSO
Tra le operazioni sotto i riflettori dell’antiriciclaggio c’è anche un bonifico da 10 milioni di euro partito il 18 giugno 2021 da un conto corrente di Banque Havilland a Vaduz (capitale del Liechtenstein) intestato all’oligarca Valery Gulev, ex manager della Gazprom, con passaporto russo-cipriota. Il finanziamento è stato effettuato a titolo di versamento in conto aumento capitale ad Elettra srl, una società di sviluppo di progetti immobiliari, che ha come socio di maggioranza relativa la Simon Fiduciaria spa, la cui sede legale è stata perquisita una settimana fa dai finanzieri su ordine dei pm torinesi ed è considerata un possibile schermo usato dagli Agnelli-Elkann. Tant’è vero che prima la Simon era riconducibile all’avvocato Franzo Grande Stevens, consulente di Gianni Agnelli, nonché suo esecutore testamentario.
Le fiduciarie hanno un ruolo da protagoniste nell’inchiesta della Procura di Torino sull’eredità Agnelli, in cui si ipotizza al momento un’evasione dell’Irpef da 3,7 milioni di euro di cui sarebbe artefice Marella (deceduta a febbraio 2019) in concorso con il nipote maggiore, lo storico commercialista di famiglia Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen. Il 19 maggio 2004 la Caracciolo cedette ai fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann la nuda proprietà delle quote della Dicembre Ss (cassaforte della famiglia), riservandosi il diritto di usufrutto, e il «pagamento delle quote apparentemente venne effettuato mediante disposizioni fiduciarie (Gabriel Fiduciaria srl) e conti bancari esteri (Pictet & Cie di Ginevra)», si legge nel decreto di perquisizione. Peccato che «allo stato è non documentato» tale pagamento.