Fin dai primi giorni di questo mese Cortina ha aperto ufficialmente le porte alla stagione sciistica e insieme alla programmazione che da sempre rappresenta il richiamo an che mondano della capitale della neve. Scongiurati i problemi legati alle recenti incursioni climatiche, tutto nella perla delle Dolomiti semb ra tornato allo stato naturale. Anche la corsa ai regali di Natale incentivata dalle bellissime luminarie che fin dai primi giorni di dicembre accendono di fiducia il centro ampezzano. Apertura del Campo Base Faloria, del Villaggio Sport, Coppa del mondo di Snowboard, Hockey e Curling . Contributo festoso all’apertura di una stagione che promette vacanza e mondanità anche con l’edizione del Cortina fashion week end. L’iniziativa si è riaffacciata prospettando nuove possibilità per gli acquisti di Natale : principe della richiesta per la moda destinata al freddo ovviamente il cachemire, la fibra più calda, più morbida, più preziosa che grandi firme –ma anche artigiani meno noti ma non per questo meno apprezzabili per la produzione di capi originali destinati ad affrontare il grande inverno con la certezza di una protezione assoluta, propongono con collezioni prestigiose. . Dalle vetrine che si affacciano sulla via bianca di neve fresca , come autentici gioielli , oggetti di abbigliamento raccontano la via del lusso alla quale la moda ci ha indirizzato da tempo. Cachemire come codice irrinunciabile, il re, Brunello Cucinelli, lo propone in versione di over a caduta quasi liquida, sciolti, lievissimi e caldi da portare con pantaloni o su abiti longuette. Lo esalta nelle sciarpe immancabili che sono diventate un must della Maison umbra, nei pulls estesi alla moda maschile sia nelle formule superleggere che nelle proposte “doppio-cachemire” per i giorni del gelo. La fortuna dello stilista umbro prese l’avvio proprio con la scoperta del cachemire “colorato”.
Accanto alla griffe di Brunello Cucinelli altre firme maestre di queste lavorazioni come Antonelli che propone il bellissimo cappotto metropolitano (degna di citazione la capsule collection presentata a Cortina nel corso dell’ultimo Fashion week end dalla boutique Saldarini 1882 realizzata con mille fiocchi di purissimo cachemire) .
Ma quando si parla di cachemire è impossibile non citare Loro Piana , la griffe che di questa lana specialissima e preziosa ha fatto la sua bandiera : se a Cortina le Dolomiti fanno da cornice alle presentazioni che si propongono nelle boutiques , è nella lontana Mongolia, tra le rocce aspre dei monti Alashan dove “abitano” le capre Hircus che viene raccolta la materia prima più rara, un doppio manto di pelo sviluppato per consentire la sopravvivenza agli sbalzi di temperature estreme, dalle glaciali alle torride che si alternano in queste zone impervie. Non si parla più di pashmina, il gioiello del gioiello: una “lana-piuma” raccolta solo nella zona del sotto-mento delle capre cachemire impiegata per capi sofisticati caratterizzati dalla leggerezza estrema con garanzia di protezione dal freddo massima. Non se ne parla più perché la produzione di pashmina (o comunque la sua vendita in Occidente) è stata vietata a seguito della campagna a protezione degli animali che nel processo di depilazione subivano autentiche torture fino allo sgozzamento con i taglierini .
Esiste un oggetto curioso usato dai produttori di pashmina per verificarne l’autenticità: un anello di metallo (quasi un bijou somigliante a una “fede”!) che viene portato al collo, appeso a una catena. Nel suo diametro di 2 cm. deve scivolare uno scialle di ampia metratura. Indossare oggi un capo in pashmina nel nostro mondo occidentale oggi risulterebbe un atto di pessimo gusto, come esibire una pelliccia di ghepardo, di lince o di ocelot (animali la cui caccia è stata severamente proibita). Anche dalla moda possono pervenire messaggi di civiltà.
Ultimo aggiornamento: 27-12-2018 20:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi