Panatta "il trevigiano": l'ex campione di tennis si è trasferito con la compagna. «Qui c'è affetto e normalità»

Domenica 16 Dicembre 2018 di Elena Filini
Adriano Panatta
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L'ex campione si è trasferito nella città della Marca dove vive con la compagna. «Qui è bello tutto. C'è affetto e normalità». Domani alle 20.45, alla libreria Goldoni presentazione del suo nuovo libro.

L'INTERVISTA
Treviso Aeroporto, deposito bagagli. Adriano Panatta racconta la sua idea di tennis. «Ogni colpo piatto ha il suo pof. È musica». Se nel cameo cinematografico de La Profezia dell'Armadillo è severo, nella vita reale si rivela incline a perdonare l'ignoranza altrui. «Forse perché non mi sono mai interessate le statistiche. A me dello sport piace il racconto». Ecco allora che da quella frase tranchant è nato Il tennis è musica (Sperling&Kupfer) titolo per un libro scritto nel buen ritiro trevigiano. «Con Boba, la donna che mi ha regalato la stabilità sentimentale.
Ci racconta il Panatta scrittore?
«Ho vissuto una vita ricca di incontri e amicizie. Ho miliardi di aneddoti e storie da raccontare. Abbiamo iniziato nel 2009 con Più dritti che rovesci una vera autobiografia. Poi ho fatto un libro divertente e folle con Paolo Villaggio Lei non sa chi eravamo noi nel 2014 e ora, insieme a Davide Azzolini Il tennis è musica: in 51 mini racconti facciamo una carrellata del tennis Open, dal 1968 ad oggi intrecciando sport, costume e musica».
Nel libro, che sarà presentato domani sera a Treviso (alle 20.45 alla libreria Goldoni) abbina i tennisti o le fasi del tennis alla musica «Si, un modo un po' diverso per ricordare quegli anni. Oggi il tennis è un altro mondo. Quando eravamo giovani noi viaggiavamo sempre da soli, la competizione esisteva solo nel campo, ma la sera si andava tutti a cena insieme. Ho avuto grandi amici, in particolare Nastase, Borg e Newcombe. Oggi è diverso, i tennisti hanno il loro clan, comunicano poco con il mondo esterno».
Nella sua classifica Federer è l'assoluto numero uno. Perché?
«È il migliore di tutti i tempi. Un principe in campo, che mi piace definire a livello musicale come un mix tra i Beatles, i Rolling Stones, i Pink Floyd, Jimi Hendrix e Wagner . Avete notato che non suda e non si spettina neppure? Un aristocratico vero».
Da tre anni lei vive a Treviso, la vediamo alle prime in Fenice e ai vernissage che contano. Come si trova?
«Una sensazione bellissima, devo dire. Di questa città mi piace tutto. Non voglio sembrare ruffiano ma è una città ideale: qui ricevo affetto alle persone, sono riuscito a costruire una dimensione di normalità, faccio la spesa al mercato, vado al cinema a piedi. Per il mio equilibrio è importante».
Che stagione sentimentale sta vivendo? 
«Quella della completezza. Con Anna (Bonamigo, avvocatessa trevigiana), ho trovato la felicità. È una donna dolce e intelligente. Stiamo bene tra gli altri ma anche da soli a guardare la televisione sul divano. Io sono un casalingo, in fondo, amo riunire a casa gli amici, cucinare per loro. Anna è una donna bellissima, ma quello che davvero di lei mi ha conquistato è la bontà d'animo. È una persona vera».
Frequenta il mondo dello sport veneto?
«Ogni tanto vado a giocare a tennis, ma per me Treviso è la città del rugby. Conosco bene Alessandro Benetton, non ho avuto la fortuna di conoscere Gilberto Benetton, ma questa famiglia è uno dei simboli di Treviso. La città deve dire grazie a persone come Benetton, De Longhi e Zoppas. Non esistono in molte altre parti d'Italia persone che hanno saputo dare così tanto alla propria comunità».
Trascorrerà un Capodanno trevigiano?
«Si perchè lavoro a Quelli che il calcio sia il 22 sia il 29. Faremo una cena a casa e poi forse qualche giorno a Cortina. Le ho detto: non sono per nulla mondano».
Nuovi progetti editoriali?
«Pare proprio di sì. Il libro sta andando molto bene, e l'editore ci ha chiesto un sequel. Ci siamo visti a Roma pochi giorni fa per parlarne».
Con Treviso è dunque idillio. La classifica ideale delle cose da fare?
«In cima alla classifica andare al mercato di San Parisio da Lele e da Stecca a comprare la carne. Poi andare al cinema Corso e sfrecciare in bicicletta. Ma se devo trovare un difetto alla città è il freddo. Noi della Capitale siamo sensibili!».
Il tennis è stato il suo destino. Oggi cosa ama davvero?
«Credo di essere stato un privilegiato, e non avrei mai voluto fare altro che questo. Una cosa che mi dà molta gioia però in questa fase della vita è cucinare».
Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 20:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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