Lega boccia il reddito di cittadinanza,
Forcolin: «I veneti non lo vogliono»

Giovedì 11 Ottobre 2018 di Teresa Infanti
Da destra Carlo Cottarelli, Roberto Papetti, Gianluca Forcolin
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PORTOGRUARO (VENEZIA) - Il reddito di cittadinanza? «I veneti non lo vogliono». Parole come un epitaffio sulla misura-simbolo del governo gialloverde quelle che giungono dal vicepresidente leghista del Veneto, Gianluca Forcolin: «Personalmente sono fortemente contrario al reddito di cittadinanza. Se dovessero scegliere, i veneti vorrebbero il lavoro che dà dignità e non certamente un sussidio».

 
IL DIBATTITO
Ma la voce leghista del Veneto giunge smorzata a Roma, se è vero che il Carroccio di governo non si è opposto alla manovra di bandiera dell'alleato Cinquestelle. Certo è che quella di Forcolin non è l'unica voce critica: «La legge di bilancio è sbagliata perché aumenta i rischi di una crisi. La crescita va sostenuta mettendo sul tavolo risorse stabili, che possono arrivare dalla lotta all'evasione fiscale e dalla riduzione della spesa, non certo ricorrendo ad ulteriore debito». Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Università Cattolica di Milano, boccia senza giri di parole la finanziaria targata LegaM5s. In un convegno della Fondazione Think Tank Nord Est dal titolo Proposte per tornare a crescere, moderato dal direttore del Gazzettino Roberto Papetti e che ha riempito ieri sera il teatro comunale Luigi Russolo di Portogruaro, l'ex commissario straordinario per la spending review ha spiegato, illustrando i contenuti del suo ultimo libro I sette vizi capitali dell'economia italiana, quali sono i principali peccati che bloccano la crescita del nostro paese: l'evasione fiscale, la corruzione, la troppa burocrazia, la lentezza della giustizia, il crollo demografico, il divario tra Nord e Sud, la difficoltà a convivere con l'euro. 
«Sono vent'anni che in Italia il potere d'acquisto è fermo. Intervenire sulla burocrazia, che per le piccole e medie imprese pesa per 31 miliardi di euro l'anno, sulla giustizia, con procedimenti civili che durano in media 7 anni e mezzo e sul livello di tassazione - ha detto - consentirebbe di ridurre il costo del lavoro e quindi di rendere le nostre imprese più competitive. Siamo un Paese già molto indebitato, non possiamo pensare di crescere facendo altro debito, elargendo risorse sulla parte improduttiva e poco sugli investimenti. Certo, è più facile promettere cose che si finanziano con il deficit, non se ne accorge nessuno e apparentemente sono tutti contenti. Considerato che non abbiamo ancora consolidato la nostra economia, basterebbe una lieve recessione per far saltare tutto. Ciò che mi stupisce è che nel dna della Lega - ha aggiunto Cottarelli tra gli applausi del pubblico - c'è la capacità di governare bene al nord pur con i vincoli di bilancio. Perché ora che è al Governo questo non è più possibile?»
LA DIFESA
«Con i professori al Governo ha replicato il vice governatore del Veneto Gianluca Forcolin - non mi sembra che le cose siano andate poi cosi bene. Non è giusto fare i processi ad un Governo appena insediato, che sta affrontando il tema degli avanzi di amministrazione, che per il Veneto valgono 1 miliardo di euro, della sburocratizzazione per le imprese e dell'aumento dei regimi forfettari da 30 mila a 65 mila euro. Noi chiediamo che venga interrotta la politica dei tagli lineari e si inizi ad introdurre i fabbisogni standard. Vogliamo l'autonomia perché il Veneto è regione virtuosa che saprà dimostrarlo». Poi l'affondo sul reddito di cittadinanza.
Teresa Infanti
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Ultimo aggiornamento: 16:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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