«Questa sentenza rappresenta per me la fine di un incubo.
LA RICOSTRUZIONE
I fatti che hanno portato l’imprenditore alla sbarra risalgono al 2017, quando la moglie ha sporto denuncia presso la caserma dei carabinieri sostenendo che il marito l’aveva picchiata, impedendo sia a lei che alla figlia minore di uscire di casa. Questo il motivo che l’aveva poi indotta a recarsi dalle forze dell’ordine per presentare una querela. A detta della denunciante il marito, con la sua deprecabile condotta, la sottoponeva ad un regime di vessazioni fisiche e psicologiche che l’avevano portata ad avere un crollo nervoso. Quei suoi continui pedinamenti, e soprattutto le continue minacce l’avevano fatta sprofondare in uno stato depressivo. Una volta a detta della signora, dopo averla seguita fino a Roma le aveva chiesto insistentemente di avere rapporti sessuali con lui. A tal proposito, sempre secondo quanto riferito dalla moglie, il coniuge le aveva detto che poteva fare quello che voleva, purché avesse almeno due rapporti al mese. E siccome la donna aveva rifiutato quella richiesta l’aveva malmenata afferrandola per il collo e facendola sbattere contro un armadio. A seguito di tale condotta aveva riportato escoriazioni al collo ed uno stato ansioso reattivo. All’epoca dei fatti, aveva riferito in aula, era stata costretta a rifugiarsi a casa dei vicini.
Un racconto che però non ha retto, perché l’avvocato Pavia ha dimostrato che la donna aveva una relazione extraconiugale e diceva di essere stata maltrattata dal marito non solo per porre fine al matrimonio, ma anche per ottenere la separazione “in danno”. Alla luce di quanto emerso, il giudice si è pronunciato per l’assoluzione.
Marina Mingarelli
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