Una madre disposta a tutto: tanto da venir incarcerata (per sei anni) dopo aver finto che sua figlia di 11 anni avesse il cancro: così la donna stessa ha potuto intascare migliaia di dollari in donazioni. Lindsey Abbuhl, 35 anni, di Canton (Ohio), si è dichiarata colpevole della truffa dopo aver creato una falsa pagina GoFundMe per «sollecitare» donazioni per sua figlia Rylee, dicendo che la piccola aveva una «diagnosi terminale» a causa di un problema serio del suo sistema nervoso centrale.
Mom jailed for six years after faking 11-year-old daughter's terminal cancer diagnosis https://t.co/fHOd7atvSV
— Daily Mail Online (@MailOnline) November 21, 2022
Gli eventi di beneficenza si sono svolti in onore di Rylee e la coppia si è assicurata biglietti gratuiti per Sea World e sono stati ospiti d'onore a una partita di softball in Texas. Rylee iniziò persino a chiedere agli amici di prepararrsi al suo funerale. L'anno scorso, un tribunale ha però stabilito che non c'erano «prove di alcuna malattia» e Lindsey ha perso la custodia di sua figlia. Il tribunale ha concesso la piena custodia al padre di Rylee, Jamie Abbuhl, che aveva divorziato da Lindsey nel 2017 e aveva lui stesso lanciato l'allarme.
Ora, Lindsey è stata condannata da quattro a sei anni di carcere e 8.529 dollari di restituzione alle vittime come parte del suo patteggiamento. La donna ha ammesso tutto. Il procuratore della contea di Stark, Kyle Stone, ha dichiarato: «Questo è stato il modo migliore per evitare la possibilità di traumatizzare ulteriormente una bambina che ha già vissuto così tanto dolore». Un documento ottenuto dall'ospedale della città della bimba, ha messo in luce che un medico ha esaminato tutte le cartelle cliniche di Rylee riguardanti neurologia, genetica, gastrointestinale, ematologia, reumatologia, pneumologia e podologia e ha concluso: «Non ci sono prove a sostegno dell'affermazione della madre secondo cui Rylee è una malata terminale». La donna aveva falsificato le cartelle cliniche.
LO PSICOLOGO - La bimba ha visto anche uno psicologo per tre anni consecutivi per «elaborare la propria morte» si legge in un rapporto degli avvocati. La storia è cominciata a girare quando Lindsey ha iniziato a dire ad amici e vicini che sua figlia non era andata a scuola e aveva studiato a casa perché «era malata». La famiglia dunque, sembrava afflitta dalla sfortuna e Lindsey avrebbe documentato le visite in ospedale di sua figlia anche sui social. «Questa signorina è la mia migliore amica! Continua a dire preghiere per lei mentre navighiamo tra le sue preoccupazioni di salute», si legge in uno dei suoi post folli.