India, riesplode il Kashmir: autobomba uccide quaranta militari

Giovedì 14 Febbraio 2019
India, riesplode il Kashmir: autobomba uccide quaranta militari
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La bomba Kashmir riesplode nelle mani dell'India: nel più sanguinoso attentato terroristico da decenni a questa parte, almeno 40 paramilitari indiani sono morti dilaniati quando un loro convoglio è stato colpito dall'esplosione violentissima di un'autobomba sulla strada che da Jammu porta al capoluogo Srinagar.

Un attacco suicida già rivendicato dai terroristi irredentisti islamici di Jaish-e-Mohammad (JeM, l'Esercito di Maometto), che rivendicano l'indipendenza della porzione territorio himalayano a grande maggioranza musulmano amministrato dall'India. 

 
 

Un territorio autonomo sul quale i vicini rivali India e Pakistan (che ne amministra l'altra metà) rivendicano entrambi la sovranità e per il quale hanno combattuto ben tre guerre dall'indipendenza del 1947 e sono stati sull'orlo di una quarta, combattuta a livello locale nella regione di Kargil nel 1999. «Non è ancora chiaro quanti veicoli facessero parte del convoglio. Ma un'auto lo ha superato e ha speronato l'autobus che trasportava 44 agenti» nel tardo pomeriggio, ha detto alla Bbc in lingua Urdu il dirigente di polizia Riyaz Masroor. La cifra di almeno 40 morti l'ha fornita dall'agenzia Ani, che cita un consigliere del governatore del Kashmir indiano. Un bilancio che potrebbe salire ancora, perché vi sono ancora dei feriti gravi.

Il JeM ha anche diffuso un video del «martire» che ha compiuto l'attacco, un ventenne locale, il cui messaggio inizia: «Quando sentirete la mia voce io sarò già in Paradiso...». Finora l'attacco terroristico più grave nel Kashmir in questo secolo risaliva al 2002, quando ci furono 31 morti in un assalto armato contro una base militare indiana a Kaluchak, vicino a Jammu, fra i quali ci furono anche diversi civili, familiari di militari. Secondo molti osservatori, l'attentato di oggi ridarà fiducia ai jihadisti indipendentisti, contraddicendo clamorosamente la sensazione, che New delhi ha cercato di trasmettere, che dopo decenni di strisciante guerra civile, la situazione nel kashmir fosse tornata gradatamente alla calma.

«Negli ultimi mesi, i dirigemti politici a Delhi e a Srinagar hanno vantato che la situazione nel Kashmir è stata normalizzata» e che «l'uccisione di centinaia di militanti, inclusi molti dirigenti» avrebbe «ridotto i gruppi separatisti sulla difensiva», riducendo anche la loro capacità di attrazione e arruolamento, ha commentato sulla Bbc un giornalista kashmiro, Bashir Manzar. Un bel problema per il premier nazionalista indù Narendra Modi.

Ultimo aggiornamento: 19:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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