La Ue striglia l'Italia: difficile investire. Conte: «Convinti delle nostre ricette»

Mercoledì 27 Febbraio 2019
La Ue striglia l'Italia: difficile investire. Conte: «Convinti delle nostre ricette»
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​BRUXELLES Conti pubblici deteriorati e stallo delle riforme (con il nostro Paese che risulta quello con più barriere agli investimenti) rendono l'Italia vulnerabile. Quota 100 sulle pensioni bocciata, cautela sul reddito di cittadinanza, ma si temono effetti negativi sul bilancio pubblico e che non porti grandi risultati in termini di occupazione. È questo in sintesi il giudizio della Commissione europea che nel Country Report 2019 presenta un quadro completamente opposto a quello governativo. La preoccupazione per il debito pubblico che sostanzialmente non calerà è elevata. 

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L'Italia si trova con Grecia e Cipro nella lista dei Paesi con squilibri macroeconomici eccessivi e quindi soggetti all'attenzione di Bruxelles. Tuttavia la posizione dell'Italia appare più seria date la dimensione dell'economia e le scelte di bilancio che secondo Bruxelles daranno stimoli marginali alla crescita. Non ci sono decisioni rispetto a eventuali procedure: per i conti pubblici tutto è rinviato a dopo il voto Ue di fine maggio. E quanto agli squilibri eccessivi, per i quali esiste una procedura di infrazione specifica mai sperimentata, il vicepresidente Dombrovskis ha detto: «Siamo preoccupati perché il debito non calerà, al momento non suggeriamo di aprire una procedura, ma rivaluteremo la situazione in primavera». Dipenderà dal piano di riforme dell'Italia. Tra qualche mese la situazione sarà più chiara: il governo dovrà indicare le scelte di bilancio per il 2020 e anni seguenti; ci saranno sul tavolo i dati finali del 2018 e ci sarà soprattutto quasi un semestre di attuazione della legge di bilancio. Resta il fatto che le narrazioni di Bruxelles e del governo sono agli antipodi. Il premier Conte si è limitato a commentare che «il rapporto contiene stime di crescita che sottovalutano decisamente l'impatto delle misure economiche che si dispiegherà nei mesi a venire». Senza ribattere nel merito dell'analisi comunitaria. L'Italia si trova fra i paesi con squilibri eccessivi dal 2014. Il primo squilibrio è il debito pubblico, «la maggiore vulnerabilità». Seguono la lenta crescita della produttività e l'alta disoccupazione. La situazione degli Stati è molto varia: dieci presentano squilibri importanti, ma non giudicati eccessivi.

LE PROSSIME MOSSE
Tra questi c'è la Germania per l'enorme surplus delle partite correnti: è un eccesso di risparmio che non serve a finanziare nella misura dovuta gli investimenti interni e a rilanciare la domanda nella zona euro.

Il commissario Moscovici ha rilevato che «alto debito e deficit marcati da un lato, accumulo di surplus di parte corrente dall'altro lato sono le principali vulnerabilità della zona euro: i paesi (c'è anche l'Olanda ndr) con surplus di parte corrente e con spazi di bilancio devono permettere il riequilibrio nell'area euro». Ciò non toglie che la preoccupazione massima sia sull'Italia, non la Germania. «I programmi del governo comporteranno un deterioramento del surplus primario, il bilancio include misure che tornano indietro su alcuni elementi di importanti riforme precedenti, in particolare sulle pensioni, e non include misure che aumentano la crescita potenziale», è scritto nel rapporto. Quota 100 aumenterà la spesa pensionistica e peggiorerà «la sostenibilità futura del debito». Bruxelles indica che per sostenibilità del debito e del bilancio c'è «un alto rischio» nel medio termine. Con possibili effetti sulla zona euro. Ecco perché «saranno cruciali» le prossime mosse del governo. Per le banche si nota che la pulizia dei bilanci è continuata nonostante le pressioni sui mercati, tuttavia resta ampie le sofferenze. Secondo Bruxelles, l'Italia ha fatto progressi sulla legge anticorruzione, nel settore bancario e per le maggiori risorse destinate ai servizi per l'impiego. Progressi limitati nel contrasto dell'evasione fiscale, nel miglioramento dell'accesso delle imprese al finanziamento di mercato, nel favorire l'accesso delle donne al lavoro, nella ricerca, nell'educazione. Nessun progresso nello spostamento della tassazione dai fattori produttivi alla proprietà, sulle pensioni, nella riduzione della lentezza dei processi, nel superamento delle restrizioni alla concorrenza.

Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 19:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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