Zonin e il crac della BpVi: «Commessi errori e purtroppo ho perso anch'io dei soldi»

Mercoledì 13 Dicembre 2017
Gianni Zonin oggi a Roma
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ROMA  - I motivi del crac della Popolare Vicenza «sono molti», il principale «sono i 10 anni della crisi economica», «il primo che aveva fiducia nella banca era il sottoscritto e la mia famiglia ha perso anche» dei soldi, «non credo di aver lavorato per andare contro interessi personali». È quanto ha affermato l'ex presidente Gianni Zonin in audizione alla commissione inchiesta. «Le aziende dopo 3-4-7 anni di crisi anche se sono sane cominciano a creare problemi.

Si è molto espanso il volume degli npl, ma non è colpa degli imprenditori e certo non delle banche ma di un'economia, a livello italiano, che non tirava». Il «secondo punto quando si è in corsa e si cambiano regole forse sono scelte corrette ma se lo dobbiamo fare in tre mesi e non in cinque anni...». . Zonin è entrato a Palazzo San Macuto accompagnato dal suo legale per l'audizione davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche: loden verde e valigetta di pelle marrone si è detto «tranquillo». L'audizione dell'ex patron della BpVi è stata anticipata  perché venerdì è prevista l'udienza preliminare del processo che lo vede imputato a Vicenza.
 
 


COMITATI ESECUTIVI «In 19 anni non ho mai partecipato ai comitati esecutivi, non c'era l'intromissione della presidenza» ha poi detto Zonin durante l'audizione alla commissione ricordando come  «non avessi deleghe nè poteri se non quelli riservati al presidente e a salvaguardare l'immagine dell'istituto» e per questo le delibere sui finanziamenti erano di competenza dei rispettivi organi.

BACIATE Dell'esistenza di finanziamenti baciati «io l'ho saputo il 7 maggio 2015 dal capo ispettore Bce che mi ha convocato d'urgenza a Milano» riferendo di averne subito chiesto conto telefonicamente al direttore generale.

CASO ETRURIA  Nel 2014 Banca Popolare di Vicenza «ha presentato un'Opa da 212,5 milioni di euro» su Banca Etruria, con Mediobanca come advisor, «ma la loro risposta è stata negativa e quindi abbiamo chiuso il capitolo». A spingere verso Etruria «c'era stato un dossier di Lazard sul mercato e Rothschild ci aveva indicato» l'istituto di credito aretino. «Eravamo già presenti in Toscana con Cariprato - ha detto ancora Zonin - e con l'acquisizione di Etruria saremmo diventati il secondo istituto dopo Mps» nella regione.


BANKITALIA  «Ordini da parte della Banca d'Italia (costituitasi peraltro parte civile nel processo contro di lui, ndr) per dire di fare un'acquisizione non ne abbiamo mai ricevuti» ha affermato l'ex presidente. Illustrando le vicende consumatesi negli anni della crisi, Zonin ha poi ricordato che BpVi spingeva per la fusione con Veneto Banca e per la creazione di un grande istituto nel Veneto, ma che da Montebelluna  "non c'era questa volontà". Tramontato il capitolo Veneto, la scelta è così caduta su Banca Etruria.


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Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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