Ilva verso l'accordo: ora si tratta per garantire il lavoro per tutti

Martedì 14 Agosto 2018 di Michele Di Branco
Ilva verso l'accordo: ora si tratta per garantire il lavoro per tutti
Un paracadute più largo per proteggere la platea più ampia possibile di lavoratori. A patto che il costo complessivo per l'azienda non si aggravi. ArcelorMittal cerca di stringere i tempi per chiudere la partita Ilva superando i dubbi del governo e le rivendicazioni dei sindacati.

LE TAPPE
Il 20 agosto prossimo è previsto un vertice, mentre è attesa la decisione dell'Avvocatura dello Stato sulla regolarità della procedura di vendita del polo siderurgico. Ma in queste ore l'azienda acquirente sta soprattutto cercando una soluzione sulla composizione dei quadri occupazionali. L'offerta iniziale (10 mila assunzioni subito e garanzie di varia natura per gli altri 3.300 a fine piano, nel 2023) appare ormai superata ed ora si ragiona su un mix differente. Potrebbero arrivare fino a 11.500 i lavoratori assorbiti immediatamente, mentre gli altri (poco meno di 2 mila) potrebbero rimanere a carico dell'amministrazione straordinaria fino all'utilizzo degli incentivi all'esodo. Insomma, nessuno, salvo sorprese, dovrebbe perdere il posto. Visto che l'azienda promette anche di aumentare la produzione Il governo vuole infatti blindare tutti i 13.500 dipendenti. «Quando ci saranno i presupposti per un accordo li metteremo sul tavolo e cercheremo un'intesa, ma ancora non ci siamo» ripete in queste ore Luigi Di Maio, ma dai contatti a livello tecnico trapela ottimismo. Superata la pausa di Ferragosto, in ogni caso, il governo dovrà rimettersi al lavoro sul dossier e assumere una decisione definitiva sulla continuità produttiva dell'acciaieria più grande d'Europa. Le questioni in piedi, oltre a quella occupazionale, sono due e tutte in rapporto al nuovo investitore, la multinazionale Arcelor Mittal: la valutazione del piano ambientale e la regolarità della gara di aggiudicazione dell'Ilva ad Am Investco (società di cui Mittal ha la maggioranza). Dopo che l'Anac ha confermato al ministro Luigi Di Maio l'esistenza di criticità nella gara per Ilva, chiarendo però che tocca al Mise, e non all'Anac, decidere se vada annullata qualora sia stato violato, nel corso dalla procedura, l'interesse pubblico generale, lo stesso ministro ha interpellato sul punto specifico l'Avvocatura dello Stato. La sensazione è che il governo stia utilizzando la spada di Damocle dell'Avvocatura per migliorare il piano di Mittal ma non si può escludere, almeno a livello teorico, che, in caso di annullamento della gara, si possano riaprire le porta del ticket Jindal-Cdp, un pezzo della cordata AcciaItalia tagliata fuori un anno fa. Di certo fino all'ultimo, cioè fino al 24 agosto, termine ultimi in cui scade il contratto con Arcelor, si cercherà di chiudere il cerchio. I commissari sono tutto sommato ottimisti e anche il colosso dell'acciaio è convinto alla fine di poter chiudere l'operazione.
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