La cosa più importante che Francesca Michielin ha imparato nel 2023? «È l’ironia. Perché a volte bisogna ridere di sé stessi», risponde la 28enne cantautrice di Bassano Del Grappa. Il riferimento, è ovvio, è a tutto quello che è successo nel corso dell’ultima edizione di X Factor, di cui è stata - per il secondo anno consecutivo - conduttrice: il Morgan-gate ha coinvolto anche lei, prima della cacciata del cantautore brianzolo dal talent. «Ti aspetta Ivan Graziani di là, sta collaborando con Annalisa», l’ha provocata Morgan, riferendosi alla gaffe della conduttrice della puntata precedente, quando Francesca Michielin aveva chiesto a Colapesce come fosse stato collaborare con il compianto cantautore di Pigro (un’allusione al duetto virtuale su I marinai incluso nel nuovo album con Dimartino Lux eterna beach). «So che la mia espressione dopo quella sua frecciatina è diventata un meme sui social», ironizza lei.
Dopo la tv, torna alla musica?
«Non l’ho mai messa da parte, in realtà. Tutt’altro. Dopo l’uscita dell’album Cani sciolti, a febbraio, non mi sono mai fermata. Neppure durante X Factor: ho fatto sei concerti uno dietro l’altro per sei settimane all’Arca di Milano. Mi sono messa in gioco sia a livello psicologico che artistico. E ho capito di essere diventata grande: l’ho cantato anche nei brani dell’ultimo disco, il più rock della mia carriera, nel senso che non ho inseguito le mode del momento. I cani sciolti sono quelli che si ribellano agli schemi. Spesso mi sono sentita dire: ‘Questo pezzo così non funziona’. E non mi sono imposta. Stavolta ho fatto tutto di testa mia».
Ha già stilato l’elenco dei buoni propositi per il 2024?
«Ancora no. Continuerò a lavorare sodo. Com’è che si dice? Chi suona a Capodanno… (ride). Ma mi concederò anche un po’ di riposo».
La rivedremo a “X Factor”?
«È presto per dirlo. Me l’hanno proposto, ma ci devo pensare. È un impegno importante, che richiede sei mesi di lavoro».
Quanto è stato difficile guidare il programma quest’anno, tra Morgan e polemiche varie?
«Non poco: è stata un’edizione spumeggiante (ride). Io mi sono tenuta alla larga dai social per tre mesi: dal divano sono tutti bravi a giudicare».
Ma cos’è successo con Ivan Graziani?
«Diciamo che ho posto male la domanda a Colapesce, pur sapendo che Ivan Graziani non è più con noi da un po’, purtroppo. Me ne sono accorta subito, ma ho fatto finta di nulla: dovevo andare avanti».
Morgan, di cui lei è sempre stata fan, l’ha delusa?
«Ho sempre una grande stima di lui, artisticamente parlando. Ho imparato a scindere gli artisti dalle persone. È fatto così. Smentisco, comunque, quello che qualcuno ha scritto: non mi ha mai colpito con un paravento nel backstage. Primo, perché nel backstage non ci sono paraventi. Secondo, perché io la sera della lite al termine del programma sono uscita dal teatro per chiacchierare insieme a Gianmarco Tamberi, che era stato ospite della puntata».
Qualche amico in gara a Sanremo l’ha per caso chiamata per un duetto nella serata delle cover?
«No. Comunque non credo di andare. Ho già dato abbondantemente: me lo guarderò da casa».
Quest’anno tra i 30 big in gara ci sono solo 9 donne, 10 se si considera anche Angela Brambati dei Ricchi e Poveri. Una ricerca dell’associazione di cantautrici, produttrici e foniche Equally, presentata alla Milano Music Week, di cui lei è stata curatrice, ha rivelato che dal 1950 al 2022 le cantanti in gara sono state solo il 5,9 percento del totale dei partecipanti e le presentatrici il 15,4 percento. Amadeus poteva fare di più?
«Forse un po’ di più si può fare. E non parlo solo di Amadeus e di Sanremo, ma dell’industria più in generale. Sin dall’inizio della mia carriera, nel 2011, mi è stato detto che i posti per le donne sono pochi: se una va in top ten, le altre non possono andarci. È una cultura che non ho mai capito, come racconto anche nel mio podcast Maschiacci. Così si crea una rivalità inutile. Quando vinci un Disco di platino, senti che lo stai rubando a un’altra collega e provi un senso di colpa. È sbagliato. È giusto che se ne parli, che ci sia un dibattito, con i dati alla mano. Magari nel 2025 all’Ariston vedremo finalmente una donna».
Circola già il nome di Laura Pausini.
«Se non fossero solamente voci, sarebbe una figata».