Gianpaolo Bonzio
SUONI SPARSI di
Gianpaolo Bonzio

Sinead O'Connor, quell'esistenza oltre la musica

Domenica 6 Agosto 2023
Sinead O'Connor è morta il 26 luglio

La morte prematura di Sinead O’Connor non solo ci priva di una grande cantante, ma ci fa anche capire come siano cambiate le sensibilità del pubblico. Negli ultimi dieci anni, infatti, la cantante, deceduta a Dublino a 56 anni, aveva notevolmente ridotto le sue performance rimanendo tutto sommato in un cono d’ombra rafforzato anche dalla depressione e da varie forme di sofferenza (in particolare la scomparsa del figlio Shane, l’anno scorso ad appena 17 anni). Erano davvero poche le occasioni, per gli addetti ai lavori, di parlare di lei e delle sue ultime uscite nonostante un passato caratterizzato da una decina di dischi. 
Improvvisamente la notizia della morte di Sinead O‘Connor (che nel 2018 si era convertita all’Islam diventando Shuhada Sadaqat) ha di fatto riacceso i ricordi del suo pubblico che si è rapidamente immedesimato in un’esistenza difficile, piena di traumi e di una lotta al conformismo e alle mode che hanno fatto diventare l’artista una sorta di eroina moderna. Il fatto curioso è che in rete, dove per giorni si sono ripetuti ricordi, fotografia, dipinti e testimonianze di vero affetto, il segno delle sue canzoni era tutto sommato ridotto, come se la musica avesse un ruolo marginale rispetto alla potenza della protagonista. E della sua esistenza. Se si esclude l’inno “Nothing Comopares 2 U” firmato da Prince, sono stati limitati i ricordi delle canzoni. Quasi che il valore di Sinead fosse più legato al suo aspetto caratteriale e alla sua vita che alla sua splendida (e potente) voce. Ad evidenziare il ruolo della cantante sono stati soprattutto i colleghi del rock che l’avevano affiancata sul palco prevalentamente negli anni Novanta (un lungo elenco in cui spicca, logicamente, Peter Gabriel).
Poi, ovviamente, c’è l’Irlanda che ha visto crescere questa ragazza in un contesto particolare e che l’ha celebrata in ogni latitudine. 
Il mondo del folk, che l’aveva conosciuta negli anni Ottanta quando la O’Connor si era fatta timidamente strada tra i mostri sacri con gli immancabili brani tradizionali, ha speso parole di grande affetto come ha scritto un commosso Christy Moore con la delicatezza di un fratello maggiore «È una perdita profonda. La nostra guerriera senza paura ma fragile».

Ultimo aggiornamento: 19:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA