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Super Rugby e Jaguares: altra lezione dell'Argentina all'Italia

Sabato 4 Agosto 2018
Per il terzo anno consecutivo la finale del Super Rugby, vinta 37-18 dai Crusaders, è stata una questione fra i sudafricani Lions (terzo ko di fila) e le neozelandesi più forti: Hurricanes nel 2016, Crusaders nel 2017 e 2018.

In ottica italiana, però, la grande novità di questa stagione nel campionato dell’emisfero sud è stata la qualificazione dei Jaguares argentini ai play-off, dove ai quarti sono stati eliminati 40-23 proprio dai Lions. Qualificazione frutto di un’ottima annata (9 vittorie, 8 sconfitte) valsa al suo allenatore Mario Ledesma la promozione a ct dell’Argentina. Da tallonatore ha già condotto i Pumas allo storico terzo posto nei Mondiali 2007. Vediamo dove li porterà ora.

L’Argentina ci ha messo solo tre anni ad entrare nell’élite del Super Rugby, l’Italia da otto anni aspetta un simile risultato nel Pro 14. Benetton e Zebre (prima gli Aironi) non sono mai arrivati neanche vicini ai play-off della competizione e nemmeno hanno mai passato la fase a gironi delle coppe europee. Un’altra prova della distanza esistente fra il movimento rugbistico argentino e italiano. Compresa la difficoltà dell’Italia a dare risposte adeguate alle nuove sfide. L’Argentina nel 2016 ha optato per una sola franchigia di Super Rugby, di fatto la nazionale, e ha già raccolto risultati. L’Italia nel 2010 puntando su due franchigie, e ambendo a farne tre, ha presentato squadre così deboli da arrivare quasi sempre nelle retrovie.

La scorsa stagione, dei record per Benetton (11 vittorie, 10 sconfitte) e Zebre (7 vittorie, 14 sconfitte), è parsa quella della svolta. Si attende conferma. L’Argentina però anche qui ha fatto meglio dell’Italia. Come fa da anni con la Nazionale, nello sviluppo dei vivai e nella politica internazionale: Augustin Pichot vice presidente di World Rugby, la Fir fuori dalla stanza dei bottoni. (Ivan Malfatto) Ultimo aggiornamento: 13:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA