Le recenti sfilate hanno offerto un quadro più che completo di quella che potrà essere considerata la nuova eleganza, la moda del dopo-Covid (dare per finita la pandemia porta un po’ di allegria anche se non è proprio vero). Nella moda proposta per la primavera-estate 2022 si è notata una generale tendenza al ritorno a una dimenticata normalità che coincide con il quotidianamente portabile. Grande importanza viene data agli accessori che ormai si possono considerare i veri protagonisti del look. Potremmo parlare di scarpe, di cappelli, di bijoux, ma preferiamo puntare tutta l’attenzione sulle borse. Dai tempi ...di Giuda, la borsa è l’oggetto immancabile per la mise di ogni donna, in ogni angolo della terra. Piccole, grandi, bizzarre., a sacco, a bauletto, a secchiello, bombate o squadrate, le borsette hanno occupato il posto più importante nel mondo degli accessori, offrendo un panorama trai più interessanti. Decisamente sembrano vincenti per il 2022 le borse di piccole dimensioni, anzi di piccolissime dimensioni, visto che dentro a mala pena ci potranno stare le chiavi, un piccolo portamonete per la carta di credito e due foglietti da venti euro di scorta, un mini beauty con cipria , matita e rossetto, una spazzolina peri capelli, un pacchettino di salviettine di carta. Basta. Non ci sta più niente. Ma evidentemente alla signora o alla ragazza 2022 non serve di più. Per il telefonino ci sarà una tasca esterna o una soluzione che consenta l’utilizzo continuo della “protesi” (come ormai possiamo considerare questo oggetto del desiderio, l’inseparabile, l’irrinunciabile, il gancio che garantisce la “condivisione” , l’ “appartenenza” , l’ ”identità”.
Borse di materiali consueti, pelle, lavorata in mille versioni, trattata, purificata, “stirata”, tatuata, o plastica, o tessuto, o sughero, chi ha fantasia cerchi tra le possibilità più ecologiche perchè l’ordine di scuderia è la sostenibilità e questa è la via intrapresa da stilisti famosi o emergenti.
Trai molti mi viene sotto gli occhi l’immagine di una stilista giovane (anche se non più giovanissima), ex-emergente (perchè ormai inserita nel cerchio privilegiato degli stilisti più contesi), creatura solare piena di entusiasmo che riesce a infondere anche nelle borse che crea ( con la firma V73) , confermando quel principio che vuole un oggetto della moda portatore della cultura e del carattere di chi lo ha pensato. Le borse di Elisabetta Armellin, nata e cresciuta nella provincia veneta, con studi e frequentazione veneziana, è di quelle creature baciate dalla gioia di vivere, energica, disponibile ai rapporti umani, abilissima designer, realizzatrice di collezioni che hanno sempre lascito il segno. La sua attenzione resta vivissima per la scelta di materiali che esige strettamente “sostenibili”. La borsa per lei è un prolungamento delle braccia, un oggetto che deve accompagnare una donna durante l’intera giornata fatta di momenti tanto diversi. Anche lei, nell’ultima V73 - presentata a Venezia nei giorni di Mostra del Cinema, nella minuscola, preziosa boutique di Frezzeria - troviamo borse mini, micro-borse bellissime, caratterizzate dalla forma, dal design geometrico preciso, logo in vista e catena dorata a tracolla. Ma troviamo anche borse di misura più comoda, più grandi, persino alcune grandissime. Le più metropolitane sono in tessuto prezioso, veneziano, oppure in pelle plissè, o ancora in tessuto-pelliccia che consente alle nuove “borsette” di contenere tutto ciò che potrà accompagnare la giornata di una donna del nostro tempo: non solo l’indispensabile ma forse anche un libro, un portafoglio a misura normale, un quadernino per appunti, persino il ciuccio del bambino o un biberon. “L’importante - mi conferma a stilista (che con il suo abbraccio ideale di welcome ti trasmette allegria) - è che dentro ogni borsa possa entrare un raggo di sole” !
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