MODI E MODA di
Luciana Boccardi
I profumi di D'Annunzio al Vittoriale
e al Museo di Palazzo Mocenigo
Venerdì 20 Aprile 2018
di Luciana Boccardi
E’ un dubbio sentimentale quello che il “Breviario mondano” (Mondadori) pone a proposito dei cacciatori di femmine seriali, gli insaziabili (o quelli che insaziabili vogliono apparire), i vagabondi “ pellegrini” dell’amore: nel linguaggio comune, i “donnaioli “ ( oggi in verità un po’ demodès) che non riuscendo a fissare l’ amore per una sola donna che richiederebbe una carica passionale importante attraversano la vita in corsa carpendo amori brevi, emozioni rinnovabili, in una ricerca di conferme per una sessualità irrequieta , spesso così fragile da cercare nel nuovo risultati da esibirsi e da esibire. Ma l’uomo “volante”, il cacciatore instancabile, a quali effetti speciali si affida? La bellezza può essere un fattore tra i determinanti ma la storia ci racconta di molti fascinosi che di bellezza nell’accezione che la nostra cultura le assegna non ne hanno proprio. Casanova? Con quel naso e gli occhi troppo tondi ? Fascinoso, conquistatore, sciupafemmine assoluto fu D’Annunzio al quale la leggenda metropolitana che lo accompagnò attribuisce più o meno quattromila donne (cifra non impossibile visto che per il Vate erano più o meno come una sigaretta). Gabriele D’Annunzio (1863-1938) era bello? No. Quasi calvo; senza sorriso ( non c’è immagine che lo ritragga sorridente pare a causa di una inestetica carie dentaria); gracile, magrolino (in un tempo in cui l’immagine estetica maschile vincente voleva uomini “forti” , di “peso”); alto? una statura ufficialmente postata su 1.64 cm, abilmente truccata da lui stesso , era in realtà di 1.58 centimetri. Il Poeta era bruttino! Eppure sono cadute ai suoi piedi non solo le “quattromila” creature immolate ma donne importanti, di qualità umana e intellettuale che dell’amore assoluto per un uomo sapevano fare religione di vita. Esempi forse di dedizione - di dipendenza - più che d’amore Luisa Baccara, la pianista veneziana che lo seguì al Vittoriale sopportando - da complice – le sue perversioni e le sue angherie; Romaine Brooks, dichiaratamente bisessuale, ma molto ricca. Olga Brunner, incontrata a Venezia come la marchesa Luisa Casati Stampa, in gara con il Vate per eccentricità. Natalia de Golubef, Elvira Leoni : regolarmente utilizzate e abbandonate. Maria Gravina Cruyllas di Ramacca ( dalla quale D’Annunzio ebbe la figlia Renata. Due figli il grande seduttore ebbe dalla moglie Maria Harduin di Gallese che per lui tenterà il suicidio ben due volte. Giuseppina Mancini Giorgi che per lui impazzisce veramente. Perdutamente innamorata una giornalista : Olga Ossani , mentre Alessandra di Rudinì – che D’Annunzio sposa per abbandonarla l’anno dopo – resta preda dalla morfina imparata come ricerca del sublime ad ogni costo.
Quella che forse è rimasta più incisa nella leggenda che accompagna questo cacciatore di emozioni è Eleonora Duse che per lui si rovinò anche economicamente, sfruttata e adoperata per cavalcare una notorietà che l’attrice godeva in tutto il mondo. L’amore travolgente della grande attrice non più giovane venne “pubblicato” da D’Annunzio nel romanzo “Il fuoco” dove la Duse riconoscibilissima nella Foscarina viene denudata senza pudori e senza pietà.
Bruttino ma charmeur: con quali armi vincenti? La parola, usata con libertà e licenza insensibili a qualunque verifica; l’ eleganza che curava quasi ossessivamente; l’intuito da cacciatore che gli faceva individuare con sicurezza le prede disponibili all’azzardo del “ sogno d’amore e di passione” che lui prometteva .
Portato a esasperare tutto ciò che con i sensi aveva a che fare era inevitabile che il Poeta riconoscesse nel profumo una delle sue armi più seduttive.
A questa sua passione olfattiva è stata dedicata una Mostra , “D’Annunzio e l’arte del profumo - Odorarius mirabili”, ideata e curata da Paola Goretti nel Vittoriale degli Italiani, dove resterà aperta fino al 27 gennaio 2019. L’esposizione eccezionale - fortemente voluta da Giordano Bruno Guerri (presidente del Vittoriale) e da Marco Vidal, direttore commerciale di MAVIVE e Amministratore Delegato di “The Merchant of Venice” (della famiglia Vidal, che da più di un secolo si dedica in Venezia alla produzione di profumi suggeriti da una cultura che sa pescare tra pagine di ricettari preziosi ) - presenta oggetti, ricette, documenti, ampolle, e le fragranze raccontate dal poeta, in un percorso scenografico immaginifico ideato da Pier Luigi Pizzi (il grande scenografo che ha realizzato anche il “percorso museale del profumo” a Venezia nel Museo di Palazzo Mocenigo per MAVIVE). Per raccontare la mostra, è stata programmata a Venezia, in Palazzo Mocenigo , una conversazione olfattiva con la partecipazione di Paola Goretti, Pier Luigi Pizzi, Marco Vidal e la presentazione della capsule di “ The Merchant of Venice” dedicata ai “ profumi di Gabriele D’Annunzio “ con i nomi di alcune sue opere famose: “Aqua Nuntia” , la visione dell’antico; “Ermione”, la gioia spirituale; “Divina Musa”, il mistero; “Il Piacere”, la voluttà ;
“ Notturno”, la notte e “ Il Fuoco” …basta il nome.
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