Mario e Laura, la storia d’amore che resiste al tempo: 74 anni insieme

Quasi 107 anni lui e cento lei appena festeggiati, il segreto di una vita insieme: le nozze l’8 ottobre di 74 anni fa dopo aver superato l’orrore della guerra

Mercoledì 14 Febbraio 2024 di Mila Cantagallo
Mario e Laura, la storia d’amore che resiste al tempo: 74 anni insieme

Sono prossimi al 74esimo anniversario di nozze, la loro storia è il migliore tributo al San Valentino  che si celebra oggi. Mario Miscia e Laura Coppa si sono sposati l’8 ottobre del 1950, sopravvissuti alle barbarie della guerra, hanno lavorato entrambi instancabilmente per costruire una vita insieme, mettere al mondo due figlie, diventare nonni di tre nipoti e recentemente anche bisnonni. Da sposi hanno giurato davvero amore eterno ed ogni giorno rinnovano quella promessa, inscindibili in una quotidianità in cui si parla di tutto, si mangia e si guarda insieme la tv, si dona affetto alle figlie Roberta e Patrizia, ai nipoti Lorenza, Michele e Niccolò. I due inossidabili pensionati discutono e si arrabbiano ancora come tutte le coppie, ma le loro mani sono sempre giunte, anche la sera quando si addormentano insieme nel letto matrimoniale.
 


Quasi 107 anni lui, un secolo appena festeggiato lei, record assoluti di longevità e di sentimenti. Fra loro è stato amore a prima vista, un sabato pomeriggio in occasione della festa di un parente di Mario. Entrambi desideravano vivere e dimenticare: Laura aveva perso la sorella Iris, in attesa di un bambino, durante un bombardamento a Pescara. Quel ragazzo bruno seduto in un angolo, aveva ancora impresse negli occhi celesti e tristi, le immagini dei campi di concentramento in cui era rimasto prigioniero per due anni, dopo essere stato catturato dai tedeschi nel 1943, durante il servizio militare sull’isola greca di Lero. Deportato in un treno carico di soldati ammassati in vagoni bestiame, esposto nel lungo tragitto al fuoco delle bombe nemiche, aveva vissuto freddo, fame, sete, sfruttamento nei lager di Sandbostel e di Wietzendorf in Germania prima, poi a Siedlce in Polonia.


L’ex ufficiale dell’esercito era da poco diventato un maestro elementare, prima in servizio a Corvara e successivamente a Villa Badessa. Laura lavorava alle Poste centrali di Pescara. Era bella e corteggiata, spesso gli ufficiali che spedivano lettere, le donavano fiori e biglietti galanti ma gli occhi della diciottenne impiegata furono solo per Mario quando un giorno si presentò in ufficio con in mano una piantina di viole e una frase semplice scritta di getto, la signora Miscia ricorda ancora con le lacrime agli occhi ma non vuole rivelarla ad alcuno. Il resto è la vita di una coppia autentica, di quelle mani che non si sciolgono mai, di un passaggio coraggioso e leggero attraverso due secoli. Alla rituale domanda sul segreto del loro amore, i coniugi rispondono all’unisono: «Non è semplice volersi bene, all’inizio viene spontaneo, ma amarsi ogni giorno significa mettersi al servizio reciproco, fare spazio all’altro, crescere i figli, sacrificarsi, pregare anche insieme. Momenti critici ne abbiamo avuti pure noi, ma li abbiamo superati evitando discussioni inutili, sopportando pazientemente i nostri difetti, valorizzando i piccoli gesti che possono ricucire gli strappi». Roberta Miscia, primogenita della coppia, si interroga: «Più volte mi sono chiesta quale possa essere la ricetta di tanta longevità e del bene “secolare” dei miei genitori ma non sono ancora riuscita a trovare luna risposta, se non nell’esempio che loro mi danno ogni giorno nel sostenersi a vicenda, nel voler far pace sempre dopo ogni discussione, nell’affrontare insieme le avversità con fiducia e forza, onorando l’antica promessa di fedeltà fatta a Dio in quel lontano 8 ottobre».

Ultimo aggiornamento: 09:33