I vicepremier a Vicenza. Di Maio: «Indennizzi presto». Salvini sull'autonomia: «Spero il 15 la firma». Zaia: «Vogliamo condanne» /Video

Venerdì 8 Febbraio 2019
Salvini e Di Maio
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VICENZA - Per un giorno, quello di oggi, sabato 9 febbraio, Vicenza è la "capitale" della politica italiana, vista la presenza contemporanea dei due vicepresidenti del consiglio, il ministro degli interni Matteo Salvini per la Lega e il ministro dello sviluppo Luigi Di Maio per il Movimento Cinque Stelle. L'occasione è l'assemblea promossa in mattinata dall'"Associazione Noi che credevamo nella BpVi" che ha organizzato un incontro dedicato al tema del fondo di indennizzo per i risparmiatori colpiti dal crac delle ex popolari, tra cui ci sono le due venete. L'evento ha preso il via alle 10 al Centro Sport Palladio, in via Cavalieri di Vittorio Veneto 29 (nella zona ovest della città).

L'ATTACCO FRONTALE Di Maio: «Bankitalia, serve discontinuità». Salvini: «Azzerarla, insieme alla Consob»

APPLAUSI E FISCHI ALL'ARRIVO DEI VICEPREMIER
Tanti applausi, ma anche qualche fischio, di rabbia, soprattutto di chi non è riuscito ad entrare in sala, oggi a Vicenza per l'arrivo dei due vicepremier Salvini e Di Maio all'assemblea degli ex soci della Popolare di Vicenza. «Non è stato fatto abbastanza», e ancora «i decreti attuativi dovete fare! e in fretta», «parlate poco e fate di più». Le urla sono partite da gruppi di poche persone, confusi tra la gente che attendeva all'esterno del palazzetto i due ministri.
Molti i risparmiatori che hanno applaudito i due vicepremier, e qualche attimo di confusione per la folla che bloccava l'accesso alla sala. Di Maio si è fermato a parlare con alcune persone in attesa, Salvini ha salutato mentre accedeva alla sala da un'entrata laterale. Nel mezzo anche un paio di cartelli che contestavano Lega e M5S, issato da ex risparmiatori che non si riconoscono nel coordinamento dei comitati che ha organizzato l'evento. 




L'ABBRACCIO TRA I VICEPREMIER
Si sono scambiati un bacio e un abbraccio Matteo Salvini e Luigi di Maio stamane al loro arrivo al convegno delle associazioni dei risparmiatori truffati dalle banche, a Vicenza. I due vice premier si sono incontrati sul parket del Centro sportivo Palladio, e prima di salire sul palco si sono salutati calorosamente.

IL SILENZIO PER LE VITTIME DELLE CRISI BANCARIE
L'assemblea degli ex soci della Popolare di Vicenza, cui partecipano i vice premier Luigi di Maio e Matteo Salvini, è iniziata con un momento di raccoglimento in ricordo delle vittime delle crisi bancarie. Il palazzetto ha osservato il silenzio per ricordare gli imprenditori e i risparmiatori che in questi anni si sono tolti la vita a causa dei danni patiti con i crac degli istituti creditizi. 


Il presidente del Veneto Luca Zaia. «A me spiace che il magistrato non ci abbia riconosciuto la costituzione di parte civile. Vi annuncio comunque che andremo avanti con la causa al giudice ordinario. Ora si apre un'altra partita, quella dell'insolvenza e della bancarotta, e ci ripresenteremo». Lo ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia, intervenendo all'assemblea degli ex soci di Popolare Vicenza. «Da un lato - ha aggiunto - bisogna far tornare indietro i soldi a chi ci ha perso, dall'altro avere la fine dei responsabili. Non capisco per quale motivo non si sia mai acceso il riflettore su Bankitalia e Consob», ha concluso Zaia. «Vogliamo che ci siano delle condanne per il crac delle banche venete», ha aggiunto sottolineando che il fallimento delle banche venete «è stato una strage per 205 mila azionisti. Un danno enorme pari a quelli della Grande Guerra per il territorio. Rispondo a quei lazzaroni - ha poi notato - che hanno detto che io ho venduto le azioni di Bpvi, cosa mai fatta. È una grande giornata perché qui abbiamo il Governo, il quale dà la possibilità di scrivere assieme il decreto attuativo. Non voglio che tutto finisca in oblio: vogliamo le condanne, che si vada fino in fondo».

EX SOCI, SE INTESA NON CI ASCOLTA LI RIEMPIREMO CAUSE
Se Banca Intesa non ci ascolta e non si siede al tavolo con noi li riempiremo di cause. Vogliono la guerra? Hanno trovato dei guerrieri». Così, all'assemblea degli ex soci della BpVi si espresso Luigi Ugone, leader dell'associazione "Noi che credevamo in Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca". Ugone ha mostrato anche una slide con la lettera di Carlo Messina di risposta all'invito rivolto a Intesa SanPaolo a partecipare all'incontro odierno. Lettera che spiega, tra l'altro, «l'esplicito divieto normativo» per la banca che ha rilevato le due ex popolari a interloquire con gli ex soci, e che Intesa «ha da subito interagito con gli stakeholder per alleviare situazioni di disagio e necessità». «Andremo a verificare questo divieto - ha detto Ugone - ma chiedo a tutti: è vero che hanno interagito per alleviarci i disagi ?». Dalla sala è arrivato un "no" compatto. «Allora - ha concluso - non sono matto io, risponderemo al dottor Messina».

LA LETTERA DI MESSINA
«L'impegno di Intesa San Paolo è stato da subito quello di dare stabilità e certezza ai depositi di centinaia di migliaia di risparmiatori/depositati (per oltre 15 mld), e continuità ai rapporti creditizi di migliaia di imprese». È uno dei passaggi della lettera del consigliere delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina, mostrata oggi all'assemblea degli ex soci della BpVi a Vicenza. La lettera spiega invece che non è compito della banca «per esplicito divieto normativo, interloquire con gli ex azionisti».

EX CORRENTISTI ESCLUSI: UNA SCENEGGIATA ELETTORALE
Una «una sceneggiata elettorale con nessun risultato concreto per i risparmiatori traditi». Lo affermano in una nota alcune delle associazioni di ex correntisti della Banca popolare di Vicenza, protestando per essere state escluse dall'odierna assemblea organizzata nel capoluogo berico dal coordinamento «Noi che credevamo nella BpVi» presieduta da Luigi Ugone e dal «Coordinamento don Torta». Nell'odierno incontro, sostengono le associazioni escluse, «doveva essere presentata la modulistica per l'accesso al fondo indennizzo risparmiatori. Nessuna modulistica è stata presentata, ma vi è stata solo la generica promessa di provvedere in futuro all'attuazione del fondo indennizzo risparmiatori, senza indicare alcun termine». «A nulla è servita - prosegue la nota - la cabina di regia composta fino al 14 dicembre da 17 associazioni, che aveva lavorato sull'art 38 Fondo Ristoro e che 13 associazioni avevano portato a considerevoli miglioramenti». In particolare, precisa il testo, si prevedeva un acconto del 30% con 1,575 miliardi dei conti dormienti e un successivo 15% con un miliardo dei conti dormienti in prescrizione fra il 2019 e il 2021. Due giorni dopo, al Senato, il M5S avrebbe ascoltato «esclusivamente l'avvocato Andrea Arman ('Don Tortà ndr) e Ugone, trasformando il fondo »in un indennizzo sul valore di acquisto del 30%, cancellando l'ulteriore possibilità futura del 15%
». Questi ritardi, per le associazioni escluse oggi, «hanno di fatto contribuito a creare l'impossibilità che il fondo partisse entro la data del 31 gennaio, per una strumentalizzazione politica in vista delle elezioni Europee», conclude la nota.


-------------------------- LE DICHIARAZIONI DEI VICEPREMIER DI MAIO E SALVINI --------------------------------------

Luigi Di Maio sugli indennizzi ai risparmiatori. «Abbiamo messo un miliardo e mezzo di euro per risarcire i risparmiatori, nel prossimo mese scriveremo i decreti e inizieranno gli indennizzi - ha dichiarato Luigi Di Maio -. A me non me ne frega niente se l'Unione Europea non è d'accordo sugli indennizzi ai truffati delle banche, la Ue doveva controllare le banche». 

«Noi abbiamo messo nella legge di bilancio i soldi a fine anno, siamo al 9 febbraio, questa è la settimana in cui si scrivono i decreti». Lo ha affermato Di Maio. «Sappiamo - ha aggiunto Di Maio - che ci sono resistenze dell'Unione europea: ce ne faremo una ragione. Questa gente ha diritto ai suoi soldi. Sono i loro, non sono di qualcun altro. Hanno ragione, è passato tanto tempo ma in otto mesi e mezzo abbiamo fatto quel che gli altri non avevano fatto per anni».

I risarcimenti ai soci della Banca Popolare di Vicenza «verranno erogati direttamente, senza che queste persone si debbano impegnare o spendere altri soldi in cause. Questa è la cosa importante. Nessun arbitrato, nessun contenzioso. Noi come Governo erogheremo quei soldi». Lo ha detto ai giornalisti il vicepremier , prima dell'assemblea degli ex soci di BpVi. «È chiaro - ha aggiunto - che hanno aspettato tanto, ma è arrivato il momento di risarcirli»«La commissione d'inchiesta sulle banche è già stata approvata in Senato, adesso manca l'ultimo voto, a febbraio alla Camera, e poi a marzo inizia a lavorare, e chiamiamo Bankitalia e Consob».

«Bankitalia, serve discontinuità», l'attacco di Di Maio
«Dovremo fare in modo» che quanto è accaduto con le banche venete non accada più e per questo «dovremo modificare un po' di cose nel sistema bancario, per dividere tra banche commerciali e banche di speculazione». Così il vicepremier Luigi Di Maio, prima dell'assemblea degli ex soci di BpVi.


Discontinuità su Bankitalia. «Per Bankitalia serve discontinuità», «non possiamo pensare di confermare le stesse persone che sono state nel direttorio di Bankitalia, se pensiamo a tutto quel che è accaduto in questi anni». Lo ha detto Luigi Di Maio. «Queste persone - ha proseguito, riferendosi agli ex soci di Banca Popolare di Vicenza - sono state prese in giro dalla politica che non ha controllato, così come pure dalle istituzioni di controllo e dalle stesse banche», ha concluso.

«Gianluigi Paragone sarà presidente della Commissione d'inchiesta sulle banche». Lo ha annunciato a Vicenza Luigi Di Maio, durante l'assemblea degli ex soci di Popolare Vicenza. «Dateci il tempo questo mese - ha aggiunto - di far partire la Commissione. Li convochiamo tutti e li facciamo cantare, perché i conflitti interesse della banche hanno spolpato tutti», ha concluso


Matteo Salvini sui risarcimenti. «Siam qua da otto mesi, c'erano a bilancio 150 milioni, adesso c'è un miliardo e mezzo. Vedremo di far veloce». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, a Vicenza per l'assemblea degli ex soci di Banca Popolare Veneta, a proposito dei tempi di risarcimento. Il contatto con i truffati, ha proseguito, «mi dà una forza incredibile, si può sempre migliorare ma la gente vera, al di là di qualche polemica di qualche esponente della sinistra, mi dà un'energia incredibile».

Truffatori in galera per tanto tempo. «Molti mi dicono mettili in galera. io non faccio il giudice, ma spero che la magistratura faccia il suo corso e che ci siano truffatori che finiranno in galera per tanto tempo». Lo ha detto a Vicenza il vicepremier Matteo Salvini, a margine dell'assemblea degli ex soci BpVi. «Ma non dipende da me - ha aggiunto -, dipende da me aver messo a disposizione un miliardo e mezzo per i risarcimenti. È già importante dare fiducia a queste persone che avevano perso qualsiasi speranza e ora la stanno recuperando. Noi tiriamo dritto con questo miliardo e mezzo. Se all'Europa va bene, sennò all'Europa andrà bene lo stesso. Questa gente - ha concluso - merita rispetto». 


E sull'autonomia del Veneto. «Sono settimane fondamentali, ora si chiude - ha sostenuto il vicepremier leghista -. Qualche ministro (pentastellato ndr) vorrebbe tenere a Roma qualche sua competenza,però io penso che una cestione vicina ai territori, vicina ai sindaci, vicina ai cittadini faccia bene al Veneto e faccia bene a tutta Italia, a tutte le Regioni. La bozza c'è, si può sempre migliorare ma l'importante è partire. Spero che il 15 ci sarà la firma».

«Un conto è l'indipendenza, e ci sono questi organismi di controllo che sono indipendenti. Però indipendenza non può essere irresponsabilità: se non fai il mestiere per cui sei pagato, paghi civilmente e penalmente fino in fondo». Lo ha affermato il vicepremier Matteo Salvini. «È possibile - ha chiesto Salvini - che esistano questi organismi indipendenti, poi qualcuno sbaglia e non paga nessuno? Noi rispettiamo chi fa il suo lavoro, ma siccome ci sono stipendi da centinaia di migliaia di euro in questi organismi, che fanno lavorare migliaia di persone, non riconfermare qualcuno del passato e scommettere su qualcuno di nuovo mi sembra il minimo nei confronti degli italiani e di chi è stato fregato», ha concluso.

AZZERARE BANCA D'ITALIA E CONSOB
«Banca d'Italia e Consob andrebbero azzerati, altro che cambiare una-due persone, azzerati». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, durante l'assemblea degli ex soci di Popolare Vicenza. «Venendo qua - ha aggiunto - leggevo che c'è il governo che sta mettendo le mani su chi governa le banche. Stiamo facendo l'esatto contrario. Se noi siamo qua, se voi siete qua col conto corrente in rosso, è perché chi doveva controllare non ha controllato», ha concluso.
Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 18:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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