Zonin dopo 20 anni lascia, ai vertici
sale il n. 2 di Confindustria Dolcetta
Passaggio soft e ok al piano Iorio

Lunedì 23 Novembre 2015
Zonin dopo 20 anni lascia, ai vertici sale il n. 2 di Confindustria Dolcetta Passaggio soft e ok al piano Iorio
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VICENZA - Gianni Zonin lascia la Popolare di Vicenza. Il 77enne «viticultore prestato alla finanza», come amava definirsi, dopo 19 anni da presidente e 32 da consigliere di amministrazione, passa il testimone al vicepresidente di Confindustria Stefano Dolcetta. «Sapremo essere trasparenti e chiari con i nostri soci e con i nostri clienti, cui chiedo di diventare i primi alleati della Banca» sono le prime parole di Dolcetta, cooptato in cda al posto del consigliere Giovanna Dossena e poi nominato presidente.



L'avvicendamento alla presidenza è stato sancito da un Cda atteso da quando, due mesi fa, il banchiere è finito indagato per ipotesi di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza insieme agli ex vertici, tra cui l'ex ad Samuele Sorato. Sotto la lente della Bce e poi dei magistrati, i prestiti privilegiati concessi a un migliaio di clienti della banca per sottoscrivere gli ultimi aumenti di capitale.



«Lascio la banca in mani serie ed affidabili, innanzitutto quelle del Consigliere Delegato e Direttore Generale Francesco Iorio, che sta realizzando con rigore e straordinaria capacità quel disegno a medio termine che porterà la Banca Popolare di Vicenza a diventare un imprescindibile soggetto economico, finanziario e sociale per il Nordest e per tutto il nostro Paese». Così Zonin saluta l'istituto.



Per rimettere il gruppo in carreggiata il nuovo Ceo Francesco Iorio ha presentato a fine settembre un piano industriale al 2020 che punta a un ritorno all'utile già col prossimo bilancio e traccia il percorso per rafforzare il patrimonio e quotare l'istituto: un aumento di capitale da 1,5 miliardi (garantito da Unicredit) ad aprile, la trasformazione in Spa e lo sbarco in Borsa entro giugno. "Ho seguito e apprezzato, in queste settimane, il lavoro di tenace volontà di rilancio e di trasformazione, che Iorio e i suoi manager hanno dimostrato di saper fare. Sono certo che questa è la direzione da seguire senza incertezze - sottolinea il cavaliere del lavoro Dolcetta (66 anni), patron della Fiamm (batterie e avvisatori acustici) -. Un altro ringraziamento va al consiglio d’amministrazione della banca - aggiunge - che ha dimostrato compattezza e capacità di cooperare con indubbia fermezza alle proposte del nuovo top management aziendale». Tutt’altra musica rispetto all’ex promessa sposa Veneto Banca che ha visto in rapida successione l’addio del direttore Vincenzo Consoli (ora Ad è Cristiano Carrus), del presidente Francesco Favotto (ora al suo posto c’è Pierluigi Bolla) e del vice Alessandro Vardanega (in pole position l’avvocato Cristina Rossello).



Il sindacato approva l’avvicendamento: «Il cambio al vertice della Banca Popolare di Vicenza è una notizia positiva. La nomina di Stefano Dolcetta rappresenta un segnale di discontinuità che la Fabi aveva sollecitato da tempo», osserva Giuliano Xausa, segretario nazionale della Fabi: «Chiediamo un impegno da parte del nuovo presidente affinché siano ridotti gli esuberi previsti dall’ultimo piano, che, se non ridimensionati, comporteranno un impoverimento della presenza del gruppo sul territorio».
Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 09:37