Volontariato dopo gli aiuti ricevuti:
oltre 200 'restituiscono' quanto avuto
Metà di loro sono cittadini italiani

Giovedì 1 Settembre 2016 di Roberto Cervellin
L'assessore Sala sostiene il progetto dell'aiuto economico in cambio di volontariato

VICENZA - Hanno svolto tirocini in cooperative e lavori in enti pubblici come i comuni. Qualcuno ha affiancato il personale dei musei e operato nelle case di riposo. Tutto gratuitamente. Sì perché il loro obiettivo era restituire, in forma di volontariato, il sostegno economico e sociale ottenuto. Sono oltre 200 le persone che hanno partecipato al progetto “Cittadinanze re-incontrate” finanziato dalla Regione e sottoscritto da sindacati, associazioni di categoria e 16 comuni. Si tratta di Vicenza, Altavilla, Arcugnano, Bolzano Vicentino, Brendola, Caldogno, Camisano, Costabissara, Creazzo, Dueville, Isola Vicentina, Longare, Monteviale, Quinto, Sovizzo, Torri di Quartesolo e Zovencedo. Complice la crisi, le adesioni all'iniziativa - destinata ad assistere in particolare chi ha perso il lavoro - negli ultimi tempi hanno subito un'impennata: 74 contro le 45 della prima edizione.
 

 

In attesa della fase numero 3, dall'identikit dei servizi sociali relativI alle persone che hanno concluso l'annualità - da luglio 2015 a giugno 2016 - emerge che quasi la metà di queste è di nazionalità italiana e ha un'età compresa tra i 36 e i 55 anni. Le altre arrivano soprattutto da Africa Subsahariana ed Est Europa. Tra gli obiettivi, la promozione di attività formative di inserimento lavorativo e sociale. «L'aiuto alle famiglie in difficoltà deve passare anche per la valorizzazione delle competenze e la restituzione alla comunità dell'aiuto ricevuto - spiega l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala - Questo a vantaggio di chi vive un momento particolare».

A proposito di povertà, l'Ulss 6 ha annunciato che, grazie ai fondi statali riservati alle regioni, destinerà contributi mensili da 80 a 400 euro alle famiglie in condizioni economiche disagiate. Il sussidio, denominato “Sia-sostegno per l'inclusione attivia”, sarà subordinato alla partecipazione a un progetto di collaborazione predisposto di comuni con centri per l'impiego, servizi sanitari e scuole e parti sociali. Domande dal 2 settembre in uno dei 39 comuni dell'Ulss 6. «Questo strumento - spiega ancora Sala - è composto da una parte passiva, ovvero un contributo economico erogato tramite una card il cui importo verrà modulato sul numero di componenti del nucleo familiare, e una parte attiva, consistente nell'adesione a un progetto personalizzato, definito “tailor made”, di attivazione sociale e lavorativa, a cui dovrà aderire la famiglia, pena la revoca delle somme».

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