Bacchettata della diocesi: stop funerali in ospedale, fateli nelle parrocchie

Giovedì 9 Febbraio 2017 di Roberto Cervellin
Per la diocesi nella cappella dell'obitorio del San Bortolo si celebrano troppi funerali

VICENZA - I funerali sono aumentati ma i frati diminuiti. Alla cappella dell'obitorio dell'ospedale di Vicenza la situazione è diventata insostenibile. Le celebrazioni delle esequie sono diventate troppe per i minori francescani. Così la diocesi, in una lettera firmata dal vicario generale Lorenzo Zaupa, ha invitato i vicentini a rivolgersi ai parroci. Dal 13 febbraio cambierà tutto. A occuparsi del lutto, scrive monsignor Zaupa, dev'essere principalmente “la comunità cristiana” del defunto e della famiglia. In altre parole i familiari sono invitati a prendere contatto con parrocchia e unità pastorale. “Da sempre i frati si occupano dei defunti poveri o abbandonati, provvedendo a celebrare le esequie. Ma se si incaricano gli operatori delle imprese funebri a espletare gli aspetti inerenti al funerale, non va trascurata la richiesta dei presbiteri di avere un dialogo diretto con i familiari del defunto”, precisa ancora il vicario.

Negli ultimi anni molte onoranze funebri si sono appoggiate all'oratorio del San Bortolo su richiesta delle stesse famiglie. “Abbiamo invitato le ditte ad avvisare sempre il parroco”, puntualizza il vicario. Ma, a quanto pare, i risultati sono stati insoddisfacenti. Di qui l'indicazione della Chiesa berica: di fronte a un lutto “l'interlocutore ineludibile è la parrocchia”. Per Zaupa, inoltre, “non è più possibile fissare la celebrazione nell'oratorio dell'obitorio presieduta da uno dei frati cappellani”.

Di recente il comune ha modificato il regolamento dei servizi funebri. Tra le novità, la possibilità di ricavare nei cimiteri spazi per i defunti di altre religioni. «L'unica richiesta pervenuta finora è quella della comunità islamica - sottolinea l'assessore e alla semplificazione e innovazione Filippo Zanetti - Ma va accettata la convivenza con simboli religiosi diversi dai loro».
 

 

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