PopVi, Consob incalza Cattolica
L'ad di Unicredit: «Ce la faremo»

Venerdì 15 Aprile 2016
PopVi, Consob incalza Cattolica L'ad di Unicredit: «Ce la faremo»
VICENZA - Popolare Vicenza: spiragli per l’aumento di capitale da 1,76 miliardi che dovrebbe scattare a giorni e concludersi a inizio di maggio. Ma emergono nuovi problemi, questa volta collegati all’alleanza incrociata con la Cattolica Assicurazioni, la compagnia veronese che ha BpVi socia al 15% e che a sua volta è il primo azionista della banca berica con quasi l’1%. La Consob chiede a Cattolica chiarimenti proprio sui suoi rapporti con la Popolare in vista dell'assemblea dei soci di domani, chiamata, tra l'altro, a rinnovare il Cda. Negli esposti presentati in Consob si rileva come nell’aumento di capitale del maggio-agosto 2014 la Cattolica aveva più che raddoppiato la sua partecipazione in BpVi passando dallo 0,45% allo 0,92% sottoscrivendo nuove azioni al prezzo di 62,5 euro oggi ampiamente svalutato (il prezzo di recesso è di 6,3, quello in Borsa si annuncia molto più basso). 
Il sospetto è che queste mossa sia in correlazione con l’impegno di Vicenza nell’aumento di capitale della Cattolica avvenuto nel dicembre del 2014, quando BpVi ha investito 75 milioni portandosi dal 12 al 15% del capitale. 

Consob ha chiesto precisazioni «sull'attualità della rilevanza strategica» dell'alleanza nella bancassicurazione - le società a partecipazione incrociata sono tre: Berica Vita, Cattolica Life e Abc Assicura (tutte 60% Cattolica, 40% BpVi) - con Bpvi dopo la trasformazione in spa e «una stima aggiornata» delle opzioni di vendita delle quote nelle società controllate. Vi sarebbero decise discrepanze tra il valore delle tre società iscritto nel bilancio di Cattolica e in quello della Popolare. Nella risposta Cattolica spiega di aver «dato incarico a due advisor, finanziario e legale, di assistere la Compagnia nella valutazione dei rapporti» con la Bpvi anche se per ora il cda non ha «assunto alcuna delibera specifica riguardo alla futura valenza strategica» della partnership riservandosi «la possibilità di assumere opportune determinazioni una volta chiariti i termini e le prospettive operative del riassetto della banca, in particolare agli esiti dell'operazione di aumento di capitale e di quotazione».

In ogni caso Cattolica ha svalutato la sua partecipazione in BpVi. Quanto alle opzioni di vendita delle quote nelle joint venture, il valore realizzabile «risulta pari a 175 milioni». Gli accordi tra Cattolica e Vicenza prevedono che la compagnia possa recedere dalle intese in caso di trasformazione della Bpvi in spa. La Consob ha recentemente avviato un'ispezione sulla BpVi in merito ai rapporti con la compagnia e alla valutazione della quota del 15% in Cattolica, a bilancio a circa 14,7 euro ad azione a fronte di un valore di Borsa di 5,75. Ma negli esposti presentati alla Consob figurerebbe anche il sospetto che dipendenti Cattolica si siano attivati per consigliare a soci e clienti la sottoscrizione dell’ultimo aumento BpVi. Non di certo un affare.

Sul fronte operativo, Federico Ghizzoni, ad di Unicredit (foto in alto), garante dell'aumento di capitale della Vicenza, punta a «fare il possibile affinché l'operazione vada a buon fine» e in quel caso l'intervento di Atlante non sarebbe necessario. Il cda di Unicredit ha già formulato un impegno a investire fino a 1 miliardo nel fondo. «La nostra intenzione è di rimanere nel fondo per i 5 anni previsti» ha detto Ghizzoni «rinnovabili per altri 3».
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