Fischi e lacrime, votata l'azione di recupero su Zonin & C: «Tempi rapidi»

Martedì 13 Dicembre 2016
Il tavolo della presidenza dell'assemblea
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VICENZA - Ha preso il via, in fiera, l'assemblea dei soci di Popolare Vicenza con all'ordine del giorno la proposta di azione di responsabilità contro gli esponenti della vecchia gestione dell'istituto berico, a partire dall'ex presidente Gianni Zonin. Presenti azionisti rappresentanti il 99,35% del capitale sociale. La quota di maggioranza è rappresentata dal fondo Atlante, entrato nell'istituto grazie a una ricapitalizzazione da 1,5 miliardi che ha consentito di salvare la banca e che detiene il 99,33% del capitale. All'assemblea sono presenti anche 563 azionisti in proprio e 240 per delega. Si tratta di una parte dei tanti piccoli azionisti che hanno visto sostanzialmente azzerata la propria partecipazione con la crisi della Popolare di Vicenza.
 

 


Il clima si è fatto presto molto teso. Dopo la lettura della scaletta dei lavori da parte del presidente Gianni Mion sono iniziati gli interventi dei soci dal palco, con una trentina di azionisti che si sono prenotati. Il vicepresidente Salvatore Bragantini ha raccolto fischi e boati di disapprovazione quando, rivolto alla platea, ha ricordato che «in questa sala avete votato tutto quello che vi è stato proposto», inclusa la bocciatura dell'azione di responsabilità lo scorso marzo.

I PICCOLI SOCI "AZZERATI": RABBIA E LACRIME
Sul palco si sono poi alternati gli "azzerati", i piccoli soci i cui investimenti sono stati annientati dalla vecchia gestione. È scoppiato in lacrime l'imprenditore di Asiago Giancarlo Stella, titolare delle omonime boutique, che ha raccontato di «essere stato consigliato a vendere le azioni della BpVi nel 2013, ma poi non l'ho fatto. Adesso con la perdita del valore delle azioni sono stato costretto a chiedere prestiti alle banche».

«Voi avete distrutto la mia vita, ma non la mia dignità», le parole dure della signora Maddalena, visibilmente commossa. Per il signor Carlo «qui finirà come nelle altre vicenda bancarie, non ci sarà nessun colpevole». «Non accetteremo le briciole, vogliamo i nostri soldi investiti» ha minacciato una socia di Udine, la signora Barbara mentre la banca si appresta a presentare una proposta di conciliazione. Per la signora Annarita «una vergogna come questa poteva succedere solo in Italia».

Diversi interventi dei soci hanno sforato il tempo massimo consentito di tre minuti, nonostante le continue raccomandazioni da parte di Mion. «Sono molto sorpreso da questo atteggiamento», ha detto il presidente della Bpvi, a cui la platea ha risposto con i fischi mentre gli azionisti che si sono iscritti a parlare sono saliti a una quarantina. Luigi Ugone, rappresentante dell'associazione «Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza», parla di un istituto «alla deriva che ora prevede migliaia di licenziamenti. L'azione di responsabilità presentata oggi è un'iniziativa politica e di marketing, noi ci asterremo dalla votazione». «Non possiamo votare no visto che la riteniamo comunque giusta», ha aggiunto Andrea Filippini chiedendo anche lui «l'astensione».

Parole commosse sono arrivate da Franco Colombara, definitosi «un vecchio socio al quale, come ad altri, è stato portato via tutto». Andrea Arman, portavoce degli Azionisti associati Banca Popolare di Vicenza e del coordinamento Don Torta, ha detto «che questa banca non è più un istituto del territorio e dei risparmiatori, quanto è stato fatto è un'operazione puramente finanziaria. Oggi lasciamo libertà di voto ai nostri associati». L'avvocato Matteo Moschini di Treviso ha anticipato «che voteremo sì all'azione di responsabilità, ma è bene sapere che eventuali soldi ricavati andranno alla banca, ma certamente non ai soci». Parole dure di Moschini verso l'ex d.g Iorio «che si è messo in tasca 6-7 milioni di euro in poco più di anno, ma ha fatto perdere alla banca qualcosa come 2 miliardi di euro». Durante il suo intervento l'avvocato Alessandro De Nicola, in rappresentanza di Qaestio, ha proposto di estendere l'azione di responsabilità oltre il periodo gennaio 2013-maggio 2015 ricordando che «nella proposta di delibera il fondo Atlante parlava già della possibilità di estendere il periodo». Tuttavia «vorremmo proporre di cambiare la delibera manetenendo lo stesso significato, ma rendendolo esplicito». Quindi la nuova formulazione prevede di proporre l'azione di responsabilità contro i vertici «in carica in qualsiasi periodo fino al maggio 2015: il cda già lo intendeva, ma credo sia meglio esplicitarlo», ha sottolineato De Nicola. La proposta è stata accolta dall'avvocato Carlo Pavesi che assiste il cda.

IL VOTO
Poi il voto che ha deliberato l'esercizio dell'azione di responsabilità. Sull'avvio della quale contro la vecchia gestione della banca «faremo il più presto possibile», ha assicurato il nuovo amministratore delegato, Fabrizio Viola, rivolgendosi ai soci. Viola ha ricordato la «precedente esperienza» di Mps quando con l'azione di responsabilità «abbiamo recuperato 650 milioni». La maggioranza assoluta dei soci ha approvato l'azione di responsabilità, ma una percentuale significativa dei vecchi soci ha deciso di astenersi. Se infatti a votare a favore è stato il 99,971% del capitale sociale (il fondo Atlante vale il 99,33% del capitale), hanno votato no in 2, mentre 323 persone si sono astenute: in pratica il 39,63% dei votanti. In chiusura il nuovo consigliere delegato della Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, a proposito dell'integrazione fra l'istituto veneto e Veneto Banca, ha detto : «Quando si parla di fusione tra due banche o due aziende bisogna mettere in primo piano il progetto industriale, e vedere se le due banche sono più forti insieme. A prima vista direi di sì, ma voglio approfondire». 

RECUPERARE LA FIDUCIA O SI RISCHIA DI MORIRE
«Restaurare un clima di fiducia è un passaggio fondamentale, se non ci riusciremo non ci sarà più la banca. O si cambia o si rischia di morire». Ha dettoancora Fabrizio Viola, parlando ai soci dopo la delibera del cda. «L'assemblea di oggi è un'opportunità importante per rivolgermi a voi e a quei soci e clienti che la banca ha perso negli ultimi mesi e che evidentemente con il lavoro che ho iniziato a fare ho l'obiettivo di cercare di recuperare». Oggi «ho avuto la conferma che è una missione molto difficile, non dico impossibile perché non ci sono cose impossibili, ma molto difficile», ha aggiuntoriconoscendo che «ci sono motivi perché sia una missione difficile in considerazione di quello che è successo negli ultimi anni».

PUBBLICI I COMPENSI DI IORIO E VIOLA
«Alla fine del consiglio di amministrazione verrà reso pubblico quello che ha preso Iorio» a titolo di buonuscita «e quello che prenderà» il nuovo amministratore delegato, Fabrizio Viola. Lo ha detto il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, replicando alle proteste dei piccoli soci che chiedevano chiarezza e contestavano l'ammontare dei compensi. Mion ha detto che il compenso di Viola verrà determinato dal cda che si riunirà dopo l'assemblea.

ZONIN: "DEDIZIONE, CORRETTEZZA E ONESTA'"
«Ritengo in tutta coscienza di avere operato in tutti questi anni con dedizione, correttezza e onestà nell'interesse della Banca e della comunità di cui questa Banca è stata per anni motore economico e sociale, con la distribuzione ai soci per 17 anni consecutivi sotto la mia Presidenza di consistenti utili conseguenti alla gestione profittevole». È quanto afferma l'ex presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, in una nota, dopo il sì dell'assemblea all'azione di responsabilità verso la vecchia gestione.

Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 15:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA