VICENZA - "Condanna e orrore".
Riad Krika, algerino ma in Italia da oltre 30 anni, è responsabile del cento culturale islamico "Ettawba" di Vicenza. Una città, quella berica, dove i musulmani sono 7 mila, cioè quasi la metà di quelli presenti in provincia che, puntualizza Riad, sono 15 mila. "Quello che è accaduto in Francia è un atto barbaro - afferma - Non ha nulla a che fare con l'Islam. Purtroppo in questi casi c'è il rischio di generalizzare". Riad ricorda che i testi sacri predicano il rispetto per ogni essere umano. "I terroristi dell'Isis? Sono disperati e ignoranti. Avevano dei precedenti. Noi musulmani siamo per il dialogo e la pace, come dimostrano le attività del nostro centro".
L'"Ettawba" è il più grande della provincia. Funge da luogo di incontro, preghiera e studio. Inoltre organizza eventi interculturali sul solco "della reciproca comprensione e del rispetto interreligioso".
A Vicenza i luoghi di preghiera riservati agli islamici sono tre. Si trovano a Ponte Alto, in via dei Mille (zona San Felice) e a San Pio X. "Siamo integrati con la comunità locale - spiega il responsabile di "Ettawba" -. Gli islamici si sentono vicentini".
Ma c'è chi associa il terrorismo alla religione islamica...
"E' sbagliato - prosegue Riad -. Qui non si tratta di religione, ma di ben altro. Anche perché a causa dell'Isis sono morti e stanno morendo migliaia di musulmani". "Luoghi sensibili a Vicenza? Non saprei - prosegue -. Una cosa è certa. La notte stessa della carneficina di Parigi abbiamo condannato con fermezza gli attacchi vili contro persone inermi".
Krika cita infine un brano del Corano: "Chi uccide un'anima è come se avesse ucciso l'umanità intera". "Piena solidarietà alle vittime e ai loro famigliari", aggiunge. Quanto al dramma dei profughi, è chiaro: "E' un'emergenza mondiale. Sono esseri umani e come tali devono essere trattati. Quando si sveglierà la coscienza dei governi arabi sulla Siria?".