Il suicidio del giovane soldato Usa
«Non c'entra la pagina Facebook»
Il giallo del post dell'8 marzo: guarda

Giovedì 10 Marzo 2016
Il suicidio del giovane soldato Usa «Non c'entra la pagina Facebook» Il giallo del post dell'8 marzo: guarda
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VICENZA - Il post misterioso è sempre lì, nella pagina "Caserma Ederle/Del Din Confessions", che raccoglie le "confessioni" dei soldati americani. Non è stato cancellato. Su quella pagina uomini e donne, grazie all'anonimato garantito dall'amministratore della pagina facebook, svelano segreti e si sfogano contro colleghi e superiori, denunciano comportamenti della comunità americana, parlano delle cose buone e meno buone infarcendo i post di un parlare spesso condito di parolacce ed invettive. Come noto, dopo il suicidio di un soldato 22enne, ci sono indagini per capire se eventuali "prese di mira" sulla pagina facebook possano aver indotto il ragazzo al tragico gesto.

Ma l'amministratore della pagina scrive che non c'è alcuna connessione tra il suicidio del giovane militare e quanto apparso su facebook: «Tutti parlano di quella vicenda, ma non è vero, l'ho detto a molti italiani incontrati in un club - scrive -. E quando troveranno che la pagina "Confessioni" è totalmente innocua rispetto a quella vicenda, riunirò nella base le nostre voci insieme per ingaggiare il miglior avvocato nel Veneto... Per lavare la nostra comunità da quelle cose non vere riportate dai media».

L'anonimo amministratore parla poi del giovane militare che si è tolto la vita: «Molti mi chiedono di rimuovere il nome del caro defunto. Ma noi non abbiamo messo il suo nome e abbiamo controllato che nessun altro lo abbia fatto...».  E aggiunge che a chi gli chiede di di cancellare quanto uscito sulla pagina dice che non è possibile: «Ho scelto di rispettare la privacy, ma non posso cancellare l'internet».

Il post misterioso è quello che potrebbe essere riferito al giovanissimo parà americano, di 22 anni, suicidatosi nel suo alloggio, per la cui morte ora è scattata un'indagine proprio sulla pagina facebook per capire se qui lui era stato preso di mira in modo tale da indurlo a farla finita, magari per una forma di bullismo e nonnismo estremo: il postè è va sulla pagina l'8 marzo alle 7.54 ora italiana, 1.54 ora della Pennsylvania di cui era originario. La pagina Facebook già con un post apparso il 10 marzo aveva rigettato ogni accusa parlando di meschinità e bugie sulla pelle del "fratello caduto". Comunque il post dell'8 marzo getta una luce su un clima mlitare che alcuni giovani soldati soffrono in modo forse eccessivo.

Il post dell'8 marzo


«C' è un'oscurità in questa comunità. Tanti segreti, dal fondo fino alla cima - si legge nel post -. Mi era difficile credere che tanto male potesse esistere in un unico posto. A peggiorare le cose, la maggior parte di noi è completamente isolata e trova ben poco supporto. Non c'è nessuno che sa quello che succede nelle nostre vite, nei nostri cuori, nelle nostre menti. Mi chiedo se sia così dappertutto o solo qui... Voglio solo andarmene. Non avrei MAI voluto uccidermi ma voglio morire ogni giorno. Chiedo a Dio di lasciare che tutto accada in modo naturale ... non so come lui la pensi ... Non ho mai provato la depressione, prima di arrivare qui, e non avevo idea di un dolore così forte». L'autore poi si lamenta dei pochi aiuti, del fatto di essere trattato come una persona contagiosa... «Il nostro sorriso non vuol dire che stiamo bene. Guardate un attimo nei nostri occhi per vedere la nostra anima persa e che alcuni di noi implorano in silenzio di essere aiutati, ma spesso nessuno ci sente...»

Ci sono anche delle risposte, nei minuti successivi. Perchè il tema è evidentemente sentito. Debbie rincuora il soldato triste: «Tutto questo è temporaneo. Il luogo di servizio, la tristezza, tutto. Trova il coraggio di parlare con qualcuno a proposito di come ti senti. E'  triste sapere che la nostra comunità è piena di segreti inconfessabili, maleducati, persone e cose brutte, ma questo accade dovunque. Non auguro una via d'uscita dalla vita! Sarai presto fuori di qui e sono certa che Dio ha un disegno per te. Sii forte».  Felicitas scrive, poco dopo: «Buona fortuna e non lasciare che altri controllino la tua felicità. Solo tu puoi crearla e proteggerla...». Giulia Sofia invita l'anonimo militare a trovare la felicità dentro di sè. Mentre Angela, qualche ora dopo, prende atto del problema e si offre per una sorta di sostegno psicologico: «C'è il bene e il male ovunque tu vada...  Tanta gente si trova depressa...  Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, sono qui.

Sentitevi liberi di mandami un messaggio...». Purtroppo, sempre che questo dialogo riguardasse il 22enne, il supporto amichevole non è bastato.

Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 12:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA