La prima perquisizione e l'inizio delle indagini /La vicenda

Sabato 18 Novembre 2017 di Donatella Vetuli
VICENZA - La storia di Valerio Sperotto e delle sue due mogli scomparse batte la fiction: donne fantasma, maiali pasciuti e sinistri trogoli, premonizioni di un ingegnere rumeno, commissari Rex in rinforzo, oltre al più scontato intreccio amore e soldi. Mancano i cadaveri, ma non nelle svariate ipotesi dei carabinieri che ieri sono tornati a cercare. Alle nove di mattina, guidati da un maresciallo munito di decreto di perquisizione e trainati da due cani pastore dal fiuto fino, hanno rivoltato la casa di Sperotto, il capannone dove alleva 150 maiali e i suoi campi coperti dal letame, tutto in un paio di chilometri a Velo D’Astico, sulle colline, e sotto un cielo nero. Ma, come conferma sconsolato il maresciallo, nessuna traccia di Virginia Mihai, 41 anni, rumena, sparita il 22 aprile, dopo avere litigato con il marito Valerio per un armadio rotto. Fosse solo per Verginia, un caso come mille.

Destino ha voluto che 11 anni fa, anche la prima moglie di Sperotto, certa Elena Ivette Zecchinati, sparisse misteriosamente, all’alba del 17 febbraio, con le due bambine in casa che dormivano e il marito che caricava maiali sul camion.
Coincidenze dannate, si lamenta Sperotto. Caso su cui indagare, incalza il maresciallo, che sospira profondamente e tace all’ipotesi di omicidio. Ma già nell’88 i carabinieri perquisirono capannone e casa, non trovando, allora come ieri, nè una pista, nè un perchè, ma solo tanti maiali. Tutta colpa della gente, rilanciano sempre più tristi Sperotto e le due figlie, la minore sposata, l’altra in casa a difendere il padre da chi lo chiama barbablù. Pettegolezzi su pettegolezzi - dicono le ragazze - ad ornamento di una storia di maialini famelici, famiglie divise e lunghe serate al bar del paese, che, neppure a farlo apposta, si chiama il Crepuscolo. Ma i fatti. Verginia e Valerio si erano sposati tre anni fa. Lei rumena con un passato alle Poste di Craiova, lui in cerca di una donna che sapesse accudire la famiglia. Convivenza subito difficile, e poi la separazione, sancita dal tribunale il 28 marzo. A incrinare i rapporti la figlia maggiore, versione già offerta da Sperotto a carabinieri e giornalisti e ribadita dalle amiche di Verginia, che raccoglievano le sue lacrime e le sue confidenze, tra tutte quella di essere stata picchiata addirittura dalla figliastra. Forse per gelosia, forse per soldi. Congetture. Ma quanto al denaro, la separazione prevedeva - consensualmente - una buonuscita di 45 milioni a Vergina, che però ultimamente si era mostrata preoccupata per via di quelle certe voci sulla fine della prima moglie. Sempre maiali e trogoli, però a casa con Valerio la rumena era rimasta, nonostante l’incasso di una parte dei soldi, il tentativo di lui di riconquistarla e un nuovo appartamento. Più tormentata la vicenda di Elena, che il paese ricorda ridotta a puro spirito per i continui litigi con marito e figlie e infine per quella frase che pronunciò lapidaria, neppure a farlo apposta, all’ufficio anagrafe venti giorni prima di volatilizzarsi: quando sparisco non mi ritroverann o più. Oggi si inserisce nell’intreccio, già non facile, anche il fratello di Verginia, Marian, 31 anni, ingegnere, che da Craiova si dice molto preoccupato: «Con mia sorella sono in contatto telepatico. Sento che è viva. Prigioniera. Chiusa da qualche parte. Non voglio accusare nessuno. Prima di sparire mi telefonò, si sentiva in pericolo».
Ultimo aggiornamento: 18:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci