Fallimento della Miteni. I sindacati: «Chiederemo il sequestro dei beni»

Sabato 27 Ottobre 2018 di Luca Pozza
Un'immagine della protesta di questa mattina a Trissino

TRISSINO - Come annunciato ieri sera dal segretario generale della Cgil di Vicenza e provincia Giampaolo Zanni, oggi i lavoratori della Miteni hanno deciso di effettuare uno sciopero di 8 ore, con un presidio informativo che è stato installato all'esterno della fabbrica. Una cinquantina i manifestanti che hanno affisso striscioni e cartelli. La manifestazione di protesta, nonostante il maltempo, proseguirà per l'intera giornata. «Da quanto ne sappiamo lunedì mattina - aveva detto ieri Zanni - l'azienda aprirà normalmente i battenti, ma in realtà non sappiamo per quanti giorni e in che condizioni».
 
In una nota congiunta, resa nota nel primo pomeriggio di oggi, i segretari generali della Cgil Veneto e di Vicenza, Christian Ferrari e Giampaolo Zanni, e dei segretari generali della Filctem-Cgil regionale e vicentina, Michele Corso e Giuliano Ezzelini Storti chiedono «l’immediata apertura del sequestro dei beni mobili e immobili della Miteni, sia in Italia che all’estero, per veder tutelati, i lavoratori, i cittadini e per veder risanato un territorio devastato dalla totale irresponsabilità di chi in questi anni ha fatto finta di non sapere e vedere». «Arroganza e assenza totale di responsabilità sociale - aggiungono i rappresentanti sindacali - sono gli unici comportamenti che guidano le Società, siano esse italiane o multinazionali, il caso Miteni ne è la conferma. Ma noi non ci stiamo e faremo valere i nostri diritti».

Sulla vicenda è intervenuto oggi il Coordinamento Acqua Libera dai Pfas - che congloba diverse associazioni tra cui Perla Blu Legambiente Cologna Veneta, Rete Gas vicentina, Associazione No alla Centrale di Montecchio Maggiore, Acli Montagnana, Acqua Bene Comune Vicenza, Comitato vicentino No Ecomafie, ViVerBio Gas Lonigo, Legambiente Creazzo, Legambiente Valle Agno, Legambiente Veneto e Gas Prova - che in una nota esprime «il proprio sconcerto e forte preoccupazione nell’apprendere che il cda della Miteni Spa ha deliberato di rinunciare alla procedura concordataria e di presentare istanza di fallimento al Tribunale di Vicenza». «Stupiscono in particolare le ragioni addotte dall'azienda che, anziché far fronte e farsi da carico delle pesanti responsabilità sull’inquinamento da Pfas, intende scaricare tale costo sulla collettività, sottraendosi ai propri obblighi di risanamento e bonifica». 

Ultimo aggiornamento: 15:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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