Tra i ghiacci canadesi a meno 50° l’ultima sfida del bassanese Farronato

Lunedì 29 Gennaio 2018 di Maria Elena Mancuso
Tra i ghiacci canadesi a meno 50°, l ultima sfida del bassanese Farronato
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BASSANO – È arrivato in Canada da un paio di giorni Stefano Farronato, l’arboricoltore bassanese con la passione per le avventure estreme, che, dal prossimo primo febbraio, sarà impegnato nella “Yokon arctic ultra 2018”, indubbiamente la più fredda ed estrema gara del mondo.
Dopo la traversata dell’Alaska in mountain-bike, nell’estate del 2016, Farronato si troverà stavolta ad affrontare ben 483 km in 9 giorni, a -50°.
Una distanza che i partecipanti possono scegliere di percorrere in mountain bike, con gli sci di fondo o a piedi. Ed è quest’ultima la modalità prescelta del bassanese, che camminerà trainando una slitta con i viveri e l'equipaggiamento necessario per sopravvivere.
Solo due gli italiani tra i venti atleti che giovedì si troveranno ai nastri di partenza di questa sfida al limite della sopravvivenza. Oltre a Stefano, infatti, parteciperà alla gara anche l’ultramaratoneta cagliaritano Roberto Zanda.
Per prendere confidenza con le condizioni estreme che dovrà affrontare in quest’avventura, Farronato si allena da settembre in montagna, sulla neve, di notte. E da sabato scorso ha già raggiunto Whitehorse, la cittadina tra le montagne canadesi da cui partirà il gruppo per raggiungere poi Dawson City, all'estremo nord del Canada, seguendo il percorso del fiume ghiacciato dello Yokon.
 

 


Meno 28°, al momento, la temperatura da quelle parti.
«Mi sto acclimatando, facendo due passi, mentre la barba comincia già a ghiacciarsi un po’. Qua ragazzi, non si scherza», racconta Stefano tramite i suoi canali social.
Oltre alle temperature siderali, c’è da considerare però anche un altro problema: il sonno. A causa del rischio d’ipotermia, infatti, si dovranno limitare le ore di sonno a una sola nelle 24 ore, e mai di notte, senza poter utilizzare la tenda, ma solo un sacco a pelo.
«Mi aspettano 8 ore di luce e 16 di buio al giorno», ha dichiarato Farronato prima della partenza.
«Sentieri alienanti, lunghissime ore di silenzio, circondato solo dal bianco della neve. Non ci saranno né vincitori né vinti in questa gara, ma solo sopravvissuti. L’ennesima sfida con me stesso, che non vedo l’ora di affrontare».
La Yokon arctic ultra fu ideata nel 2003 e, ad oggi, la percentuale di atleti costretta ad abbandonare la competizione è stimata intorno al 70%.
Per permettere l’intervento dei soccorsi in caso di necessità, ogni partecipante indosserà un Gps di localizzazione e durante il tragitto saranno allestiti dei checkpoint di controllo che, in alcuni casi, offriranno un riparo al coperto.
Il numero di pettorale di Stefano Farronato è il 317 e da giovedì primo febbraio, sarà possibile seguire la sua impresa online sul sito http://www.arcticultra.de/en.

Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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