Cento anni dopo recuperato il soldato
morto sul Lemerle: riposerà al Leiten

Venerdì 15 Luglio 2016 di Stefania Longhini
Cento anni dopo recuperato il soldato morto sul Lemerle: riposerà al Leiten

ROANA - Un antropologo, Daniel Gaudio, e un archeologo, Andrea Betto, all’opera per diverse ore per recuperare scientificamente i resti di un soldato sul Monte Lemerle, a Cesuna in Comune di Roana, sull’Altopiano di Asiago. Ad un secolo dalla morte e a quasi un anno dal ritrovamento casuale durante le riprese di un documentario per History Channel, il povero soldato potrà trovare finalmente degna sepoltura.

Il recupero ha richiesto molte ore, come doveroso in questi in questi casi. Si rafforza l’idea che il fatto d’arme, inerente al decesso, sia compatibile con il periodo della Strafexpedition, la "spedizione punitiva" autroungarica del maggio del 1916. Tutta la zona del Monte Lèmerle fu interessata da aspri combattimenti, che vide i fanti della Brigata Forlì lasciare sul campo centinaia di uomini, molti dei quali non poterono essere riconosciuti tra i caduti. Tra gli oggetti rinvenuti accanto allo scheletro, si contano il coperchio di una gavetta, il bicchierino in lamiera e alcune pallette di shrapnel.

Gli scavi, il pietoso recupero

 

Proprio queste schegge di granata potrebbero essere state la causa della morte del militare. Ulteriori elementi circa la mortis causa andranno valutati in laboratorio, nella sede della Osteoarc di Varese. Il referto sarà poi trasmesso alla Ulss di Vicenza che ha commissionato l’intervento, e alla Procura che potrà disporre il nulla osta alla conseguente tumulazione al Sacrario di Asiago. 

Soddisfazione è stata espressa da Alessandro Gualtieri, storico e appassionato ricercatore che ha finanziato l’opera: “I ricordi  necessitano di parecchio tempo per essere definitivamente consegnati all’oblio. Una immagine, un profumo, un odore sono, tuttavia sufficienti a farli riaffiorare. L’odore di storia avvertito sul Lèmerle in questi giorni ci ha permesso di riportare alla luce un piccolo ma immenso pezzo della nostra unità nazionale”.

Anche il ricercatore storico Giovanni Dalle Fusine, che con la troupe di History Channel è stato protagonista del casuale rinvenimento, si è dichiarato appagato del lavoro svolto dai tecnici: “Sapevamo che l’identificazione del caduto poteva essere un sogno irraggiungibile. Il nostro esercito non dotava i soldati di segni di riconoscimento duraturi in caso di morte e seppellimento. Possiamo dire che è stato fatto quanto possibile per dare giusta memoria e sepoltura a uno dei tanti eroi della Grande Guerra”.

Nei prossimi giorni, a scavo ultimato e con le varie analisi compiute dal team di tecnici, si potrà sapere nel dettaglio se si tratta di un solo morto in battaglia, o se la sepoltura in questo luogo può, come sembra, avere interessato più soldati. 

Ultimo aggiornamento: 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA