L'ignoto soldato caduto sul Lemerle
sarà riesumato grazie a un privato
Analisi scientifiche per capire chi era

Mercoledì 13 Aprile 2016 di Stefania Longhini
I resti del soldato sul Monte Lemerle

ROANA - La riesumazione  scientifica dei resti del soldato morto sul Monte Lèmerle (a Cesuna, sull’Altopiano di Asiago), casualmente ritrovato a metà settembre dello scorso anno durante la simulazione di uno scavo per il recupero di reperti bellici inscenata per le riprese di una trasmissione di History Channel, verrà presto effettuata. Grazie ai fondi messi a disposizione da un privato di Milano, l’Ulss 6 di Vicenza potrà appaltare ad una ditta specializzata in ricerche archeologiche il recupero delle spoglie mortali rimaste per un secolo sul campo di battaglia.

La spesa, coperta dallo storico e imprenditore milanese Alessandro Gualtieri,  appassionato della storia Prima Guerra Mondiale e autore di diversi libri sul tema, dovrebbe ammontare ad alcune migliaia di euro, necessarie per eseguire lo scavo con mezzi scientifici, a cui seguiranno le analisi presso l’Istituto di Medicina Legale. Dopo il ritrovamento era partito via Facebook un tam tam per avviare una raccolta di fondi tra gli appassionati, iniziativa che però si era subito arenata nei meandri della burocrazia.

Sconosciuti il suo nome, il suo reparto, la sua età


Con lo studio in laboratorio sarà possibile ottenere molte informazioni dallo scheletro, quali età e cause della morte. Le stesse fratture ossee spiegheranno se si tratta di incrinature peri-mortali dovute a esplosioni di bombe e colpi di proiettile da fucile, oppure post-mortali, cioè causate da eventi geologici naturali o comunque estranei al momento del decesso. Anche gli oggetti presenti in prossimità dell’inumazione potranno dare molte indicazioni, in merito al reparto di appartenenza e alla stagione che lo vide attivo sulla linea del fronte. Certo che per una inconfutabile identificazione del corpo sarebbe necessario il piastrino di riconoscimento col nome del soldato e numero di matricola. Eventualità questa molto remota, considerato che la placchetta, se presente, potrebbe essere comunque indecifrabile a causa della naturale corrosione.

«Ho seguito sin dal ritrovamento la storia di questo povero militare, avvenuto in maniera tanto fortuita – dichiara Alessandro Gualtieri -. Alla notizia che un recupero scientifico della salma poteva essere scartato per mancanza di fondi, non ho esitato a mettere a disposizione la cifra richiesta dall’Ulss. Da anni mi appassiono ai fatti legati alla Prima guerra mondiale, un conflitto che ha raso al suolo questo bell’Altopiano, dove, appena il lavoro me lo concede,  salgo per visitare le cime e le trincee a lungo contese dagli opposti schieramenti. Speriamo che la scienza riesca a dare notizie interessanti; certo le probabilità sono molto basse, ma almeno potremo dire di aver fatto una giusta azione verso il caduto, attribuendo i giusti valori e meritati onori al suo estremo sacrificio». 

Sulla tempistica dell’intervento non c’è ancora una data precisa.
La segreteria del direttore generale dell’ospedale San Bortolo rende noto che sono in via di definizione i contatti con il Comune di Roana sul cui territorio ricade la competenza, e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto. L’azione di recupero è prevista prima della stagione estiva.

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